
Buonanotte Allineamenti
Podcast af Buonanotte Allineamenti
Allineamenti è il nome dato a serate dove tutte le arti si incontrano. La Buonanotte è una trasmissione di letture, o comunque podcast a sfondo culturale, a partire da libri, esperienze, viaggi .... In onda su radio CiaoComo e radio.ciaocomo.it
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Ciao Como, sono Andrea Paolo di Allineamenti. Mi guardo attorno e vedo centinaia di associazioni. In queste associazioni lavora chi sostiene la cultura, chi vuole un mondo più pulito e meno inquinato, chi sostiene persone povere, o anziane, o con altre difficoltà e diversità. C’è chi lotta per dei diritti e chi contro la mafia. Per me l’impegno nelle associazioni è un modo per crescere, per relazionarmi con le persone, per affinare un metodo di lavoro o semplicemente scoprire nuovi amici. E cerco di vigilare su tutto ciò che si muove. Ma ora mi chiedo, è possibile vivere senza svolgere attività di volontariato? È possibile pensare solo a lavorare e poi a divertirsi? Giudicate voi stessi, è un lavoro molto lungo trovare dei dati veramente significativi che confermino le percezioni perchè su povertà e ricchezza, sul livello culturale e su decine di altre situazioni problematiche si trovano soprattutto dati parziali e/o aggregati. Ma credo che pochi possano onestamente contestare l’affermazione che la crescita del pil, le innovazioni tecnologiche, la globalizzazione hanno incrementato e non diminuito la povertà, l’inquinamento e le fragilità. Le tasse versate crescono ma è chiaro che sono sempre insufficienti. Così è ovvio che l’impegno nel diminuire l’inquinamento ricade innanzitutto su ognuno di noi, prima ancora che sui governanti. E quando abbiamo vicino un povero, un barbone, un teatro chiuso, dei ragazzi senza un campo estivo, una spiaggia sporca, potrebbe essere inutile aspettare che sia il sindaco a provvedere a risolvere il problema della povertà, il problema di un declino culturale, il problema della mancanza di opportunità. Così siamo noi cittadini che dobbiamo decidere se donare I nostri soldi e investire il nostro tempo. E poi penso che sempre di più vorremo partecipare alle decisioni politiche, perchè l’esperienza dei governi degli ultimi trent’anni (e forse di sempre) dimostra che chi viene eletto aiuta l’1% più ricco della popolazione e abbandona gli altri. Allora, vogliamo impegnarci in prima persona, vogliamo continuare a delegare ad altri oppure vogliamo ignorare I problemi?

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Paul Carr - The upgrade

LazzaroVera–IIILiceo (V anno) –Convitto Nazionale“D. Cotugno”, L’AquilaQuella mattina, come sempre, stavo andando a scuola.Ma la solita strada, le solite case, i soliti negozi, era come se non ci fossero più.Uomini in chitoneo in clamide e donne in lunghi pepli mi camminavanoaccanto.Ora, siamo sinceri: nei miei anni di educazione classica, non mi è stato certo insegnato, tra una declinazione e l’altra, a dire “Ciao, come stai?”in greco antico, essendo la macchina del tempo un concetto ancora lontano dalla mia generazione, né tantomeno sono in grado di chiedere indicazioni stradali in latino: “Scusate, potreste per caso indicarmi la strada per il forum, fori, foro, forum, forum, foro?”Forse, in quella Roma, sarei in grado di ritrarre Catilina anche se con il rischio di ritrovarmiiugulatum, e saprei addirittura trovare la strada per la Gallia, con un De bello gallicosotto il braccio. Sotto un porticopotrei discorrere di retorica, magari spacciando permie le idee di Kant ediHegel –non essendo ancora nati di certo non potrebbero lamentarsi –a costo di beccarmi una bacchettata sulle mani. Avendo davanti una divinità,non farei come Marsia o Aracne –ci tengo alla mia vita e alla mia forma umana –e me ne starei buono buono ad offrirei miei sacrifici. Forse riuscirei anche a trovare la strada per l’Anfiteatro Flavio, solo per ricordare inextremisil suo passato di fronte all’attuale aspetto digabbia vintageper leoni.Tra tutte queste esitazioni una sola è la certezza: come un certo uomo balbettante e un po’zoppo nella Deificazione di uno Zuccone, alla domanda “Chi sei, e di che paese? Qual è la tua città e i tuoi parenti?”, che io sia di Roma o di Torino, pugliese o triestino, risponderei, battendomi il petto: “Da Ilio spingendomi,il vento presso i Cìconi mi condusse”.A tavola con Virgilio potrei chiedere del cloruro di sodio per insaporire le vivande –non è affatto vero che al Classico non si studiano le scienze, e la matematica, credetemi, si tiene di gran conto: dobbiamo o non dobbiamo calcolarci le medie divoto in voto?Il liceo classico è un ambiente particolare, non meno selvaggio di una foresta amazzonica: “Tityre, tu patulae”è un richiamo per noi colti pappagallini, un invito a completarlo con un “recubans sub tegmine fagi”tassativamente in metrica, etutti, dopo cinque, sei ore passate ad elaborare uncompito di italiano -saggio breve, prima, analisi del testo ora che il saggio è stato estirpato dall’esame come un’erbaccia, non certoquella di Glauco -, vorremmo una delle focaccine al miele tanto amate
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