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Podcast af Michele D’Innella

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77 episoder
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Vuoi prima la buona notizia o quella cattiva?

Una comunicazione importante rivolta a tutti gli ascoltatori e le ascoltatrici del podcast di Blu Notte - Misteri Italiani da parte del suo curatore, Michele D’Innella.

09. mar. 2021 - 3 min
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La Saponificatrice di Correggio - Storia della serial killer Leonarda Cianciulli

Leonarda Cianciulli è stata una delle serial killer italiana, passata alla storia come "la saponificatrice di Correggio" per aver ucciso, tra il 1939 e il 1940, tre donne e averne occultato i cadaveri facendole a pezzi e sciogliendole nella soda caustica. Leonarda Cianciulli nasce a Montella, nella provincia campana di Avellino, il 14 aprile 1894. Le cronache di allora la raccontano come una donna socievole che aveva avuto una vita difficile: l’infanzia povera in un paese dell’Irpinia, qualche piccola truffa per sopravvivere, tre aborti, dieci figli morti in fasce e una madre che aveva osteggiato il suo matrimonio ed in punto di morte aveva maledetto lei e tutta la sua prole. Il 23 luglio del 1930 un violento terremoto colpisce l’Irpinia e Leonarda Cianciulli si trasferisce con il marito Raffaele Pansardi a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, dove si guadagna un discreto benessere e una certa fama commerciando in abiti e mobili usati, leggendo le carte e preparando amuleti e pozioni per donne del paese che frequentano numerose la sua casa. A far scattare la follia omicida è, come scrive lei stessa nel suo lungo memoriale, la defunta madre Emilia che le appare in sogno minacciosa e terribile; per Leonarda Cianciulli è un segnale evidente: uno dei suoi figli sta per perdere la vita. Nella sua mente malata si fa strada un’unica soluzione possibile: compiere sacrifici umani per placare il demone della madre. Rinchiusa in carcere in attesa del processo, scrive le sue memorie in cui racconta minuziosamente i delitti, di come aveva sezionato i corpi, la bollitura nella cucina di casa per fare sparire ogni traccia, e ripete che la sua unica intenzione era di fare sacrifici umani propiziatori per salvare i figli dalla maledizione della madre. Con la fine della guerra, il caso della Saponificatrice di Correggio occupa le prime pagine dei giornali nazionali e internazionali, il fatto è clamoroso e il 12 giugno 1946, in un clima di grande attesa, molte persone affollano l’aula della Corte d’Assise di Reggio Emilia per il processo dell’anno. La donna, con un colpo di teatro, si addossa tutta la responsabilità degli omicidi e chiede l’allontanamento del figlio Giuseppe dalla gabbia degli imputati. L’accusa insiste con l’omicidio a scopo di rapina ma si oppone la difesa che chiede l’infermità mentale. La Cianciulli per tutti gli interrogatori non smetterà mai di affermare che lei non ha ucciso per interesse ma per allontanare l’incubo della morte dai suoi figli. Il dibattimento del caso Cianciulli dura una decina di udienze e si conclude il 20 luglio 1946: 30 anni per la saponificatrice con il beneficio della semi-infermità mentale, e assoluzione per Giuseppe Pansardi, per insufficienza di prove. Sentenza confermata poi in Cassazione. Leonarda Cianciulli passerà il resto della la sua vita nei manicomi criminali di Aversa, Perugia e Pozzuoli, dove farà sempre di tutto per rimanere. Continuerà a cucinare dolci prelibati che nessuno assaggerà, a leggere le carte e a predire il futuro alle detenute come aveva fatto nella sua casa di Correggio e a scrivere lunghe lettere agli amatissimi figli. A 76 anni, il 15 ottobre del 1970, Leonarda Cianciulli muore per un’emorragia cerebrale ed il suo cadavere viene sepolto in una fossa comune del cimitero di Pozzuoli. Entra a far parte della nostra community seguendo Blu Notte su Instagram e Twitter e iscriviti al canale Telegram per rimanere sempre aggiornato sulle prossime puntate cliccando su questi link: • Twitter: http://twitter.com/BluNottePodcast • Instagram: instagram.com/blu.notte.podcast • Telegram: https://t.me/BluNottePodcast Inoltre, se vuoi sostenere il podcast e dare un contributo essenziale per aumentare la qualità dell’audio, visita la lista lista dei desideri che ho creato su Amazon: https://www.amazon.it/hz/wishlist/ls/16XLE7ST4CEG4?ref_=wl_share

02. mar. 2021 - 43 min
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Antonino Gioè - Il boss della Mafia che si tolse la vita

Era la notte tra il 28 e il 29 luglio del 1993 quando il boss di Altofonte Antonino Gioè venne ritrovato impiccato con i lacci delle scarpe nella cella in cui trascorreva la detenzione nel carcere di Rebibbia. Erano trascorse appena poche ore dalle bombe delle stragi di via Palestro a Milano e delle due basiliche di Roma. Le indagini ufficiali bollano il fatto come un suicidio. Secondo gli inquirenti di allora con quel gesto il capomafia, che si trovava a Punta Raisi il giorno della strage di Capaci, si sarebbe tolto la vita prima che fosse la stessa Cosa nostra ad intervenire. C'erano intercettazioni in cui il boss aveva parlato dell' “Attentatuni” ed anche altri riferimenti su possibili attentati al Palazzo di Giustizia di Palermo o contro gli agenti di polizia penitenziaria in servizio a Pianosa. E nella conversazione intercettata dalla Dia c'è anche un riferimento al suo “padrino”, Leoluca Bagarella: “Ma ' stu Bagarella cu cazzu si senti? Oh, lo dico per scherzare, ah” disse al telefono. Ma queste non sono prove schiaccianti sulla morte, e quei fatti non hanno mai convinto troppo. Vi fu anche un'indagine giudiziaria a carico di tre agenti penitenziari che furono indagati per istigazione al suicidio di Gioè, ma vennero prosciolti senza chiarire i dubbi. C’è poi la pista alternativa secondo la quale la morte di Gioè non fu un suicidio: nelle foto scattate in quella notte nella cella i segni della corda sul collo non vanno verso l'alto, come sarebbe lecito aspettarsi se si fosse appeso alla grata, ma verso il basso il che fa pensare più ad una corda tirata da qualcuno. Anche l'autopsia fornisce diversi elementi che andrebbero chiariti. Gioè aveva la sesta e la settima costole di destra fratturate “a causa del massaggio cardiaco praticato su di esso”. Singolare che queste siano leultime due costole della gabbia toracica mentre il massaggio cardiaco si esegue ben più in altro ad altezza del plesso solare. Sul tavolo della cella furono ritrovati anche tre lettere scritte a mano da Gioè: “Stasera ho ritrovato la pace e la serenità che avevo perduto 17 anni fa” aveva scritto il boss. Per gli inquirenti un semplice ultimo addio. Per chi vuole leggere tra le righe, forse, la possibilità di una futura collaborazione con la giustizia. Del resto Gioè è stato anche uno degli uomini chiave della trattativa Stato-mafia, non solo perché a lui si era rivolto il cugino Francesco Di Carlo dopo un incontro “con agenti segreti che parlavano inglese e italiano”, ma anche per quegli incontri con Paolo Bellini, estremista di destra, depistatore, nonché esperto d'arte. Vent'anni dopo dubbi e misteri su quel suicidio tornano a galla. Ed è forse ora di fare veramente luce su questi fatti. Entra a far parte della nostra community seguendo Blu Notte su Instagram e Twitter e iscriviti al canale Telegram per rimanere sempre aggiornato sulle prossime puntate cliccando su questi link: • Twitter: http://twitter.com/BluNottePodcast • Instagram: instagram.com/blu.notte.podcast • Telegram: https://t.me/BluNottePodcast Inoltre, se vuoi sostenere il podcast e dare un contributo essenziale per aumentare la qualità dell’audio, visita la lista lista dei desideri che ho creato su Amazon: https://www.amazon.it/hz/wishlist/ls/16XLE7ST4CEG4?ref_=wl_share

23. feb. 2021 - 53 min
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Il caso Nada Cella - La segretaria massacrata in ufficio

6 maggio 1996, Chiavari. Sono da poco passate le 9.00 quando Nada Cella, impiegata 24enne, viene ritrovata barbaramente uccisa nell’ufficio del suo datore di lavoro, il commercialista Marco Soracco. La ragazza aveva appena aperto l’ufficio e acceso il computer. Presumibilmente, il suo assassino ha suonato alla porta e Nada, tranquilla, lo ha fatto entrare: la ragazza viene trovata con la testa fracassata da un oggetto contundente che, come spesso accade nei delitti di difficile soluzione, non sarà mai trovato. E’ lo stesso Soracco a trovare la ragazza in fin di vita. La corsa al reparto rianimazione dell’ospedale San Martino è inutile: Nada muore sei ore più tardi. Sono i medici che soccorrono Nada a stabilire che la ragazza è stata vittima di una aggressione e non di un incidente, come inizialmente sembrava: scattano le indagini, ma nel frattempo la scena del delitto è stata irrimediabilmente inquinata: le tracce di sangue sulle scale del palazzo sono state lavate, così come quelle lasciate nell’ufficio. Le indagini si concentrano sul più facile dei sospettabili, cioè proprio il datore di lavoro di Nada, Marco Soracco. Il commercialista ha 34 anni, è laureato in economia e commercio e da qualche anno ha aperto a Chiavari uno studio molto avviato. Riservato, educato, scapolo e cattolico, vive con la madre e la zia nello stesso caseggiato dove si trova l’ufficio, al piano superiore. Il padre, scomparso due anni prima, era stato direttore del dazio e quindi responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune di Chiavari. Il 7 maggio Marco Soracco viene sottoposto ad un estenuante interrogatorio di ben 14 ore. Per lui inizia un calvario destinato a concludersi più di un anno dopo. Insieme alla sua, vengono analizzate scrupolosamente le posizioni della madre e della zia. L’opinione pubblica e la famiglia di Nada sospettano che il movente possa essere passionale e molti vedono nel timido e riservato commercialista il possibile colpevole. Il tempo passa, ma senza che le indagini registrino alcuna novità. Tutte le piste sono fredde, o meglio non esiste alcuna pista per l’omicidio di Nada Cella. Il 18 luglio 1997 la posizione di Marco Soracco viene archiviata. Il 10 settembre 1998 i genitori di Nada, già da tempo critici sull’operato della polizia, denunciano presunti occultamenti e silenzi nel piccolo mondo di provincia della cittadina di levante e rivolgono un appello al Papa in visita a Chiavari. Nel novembre dello stesso anno le indagini si avventurano sulla pista di Sergio Truglio, l’assassino di una prostituta, basandosi su un labilissmo indizio: Truglio conosceva Nada. Ancora una volta, però, le indagini si arenano. L’omicidio di Nada Cella è tuttora un delitto irrisolto. Entra a far parte della nostra community seguendo Blu Notte su Instagram e Twitter e iscriviti al canale Telegram per rimanere sempre aggiornato sulle prossime puntate cliccando su questi link: • Twitter: http://twitter.com/BluNottePodcast • Instagram: instagram.com/blu.notte.podcast • Telegram: https://t.me/BluNottePodcast Inoltre, se vuoi sostenere il podcast e dare un contributo essenziale per aumentare la qualità dell’audio, visita la lista lista dei desideri che ho creato su Amazon: https://www.amazon.it/hz/wishlist/ls/16XLE7ST4CEG4?ref_=wl_share

16. feb. 2021 - 54 min
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Luigi Bezzi - Il delitto del Pescatore

27 agosto 1998, Sant’Alberto. Quattro colpi secchi nell’aria torrida di un mattino di fine estate nella placida campagna della provincia di Ravenna. Quattro colpi di pistola che uccidono Luigi Bezzi, settantenne pensionato. Un uomo tranquillo con una sola passione: la pesca dei cefali. Quello di Ragù, soprannome con cui tutti lo conoscevano a Sant’Alberto, la cittadina dove viveva, è rimasto un mistero e già allora le cronache locali misero in luce alcuni grossolani errori degli investigatori. Chi è stato ad uccidere Luigi Bezzi, sull’argine del canale Destra Reno, in pieno giorno e senza nessun motivo apparente? Entra a far parte della nostra community seguendo Blu Notte su Instagram e Twitter e iscriviti al canale Telegram per rimanere sempre aggiornato sulle prossime puntate cliccando su questi link: • Twitter: http://twitter.com/BluNottePodcast • Instagram: instagram.com/blu.notte.podcast • Telegram: https://t.me/BluNottePodcast Se anche tu sei un/una podcaster ed hai voglia di confrontarti e interagire con me e con altri creatori di contenuti audio, ti invito ad unirti alla community che ho creato su LinkedIn: https://www.linkedin.com/groups/9022370 Inoltre, se vuoi sostenere il podcast e dare un contributo essenziale per aumentare la qualità dell’audio, visita la lista lista dei desideri che ho creato su Amazon: https://www.amazon.it/hz/wishlist/ls/16XLE7ST4CEG4?ref_=wl_share

09. feb. 2021 - 43 min
En fantastisk app med et enormt stort udvalg af spændende podcasts. Podimo formår virkelig at lave godt indhold, der takler de lidt mere svære emner. At der så også er lydbøger oveni til en billig pris, gør at det er blevet min favorit app.
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Rigtig god tjeneste med gode eksklusive podcasts og derudover et kæmpe udvalg af podcasts og lydbøger. Kan varmt anbefales, om ikke andet så udelukkende pga Dårligdommerne, Klovn podcast, Hakkedrengene og Han duo 😁 👍
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