
Ferrarin: "Il mio volo Roma-Tokyo"
Podcast af Ecovicentino.it
La storia dell'aviazione italiana è fatta di mezzi, imprese ed eroi e l’incredibile volo da Roma a Tokyo compiuto da Arturo Ferrarin fra febbraio e maggio 1920 ne è probabilmente uno degli esempi più leggendari. La Prima Guerra mondiale, con il suo carico drammatico di 17 milioni di morti, aveva visto l’utilizzo per la prima volta degli aerei da combattimento e grande eco ebbero le incursioni di Gabriele D’Annunzio, soprattutto con il volo su Vienna. E fu proprio il Vate a lanciare l’idea di un raid aereo dall'Italia al Giappone. D’Annunzio poi rinunciò, ma da Roma Centocelle il 14 febbraio 1920 furono 11 gli equipaggi che presero il volo, compreso quello composto da Arturo Ferrarin e dal fido motorista Gino Capannini. Per volare, il pilota vicentino – sperimentatore, appassionato collaudatore e temerario amante delle manovre ardite – disponeva solo di un altimetro e di una bussola. Questa è la storia di quell’impresa avventurosa, tappa dopo tappa, raccontata con la voce dell'attore Davide Dolores e utilizzando i suoi appunti di viaggio.Le puntate vengono pubblicate tutti i venerdì fra il 14 febbraio e il 31 maggio 2020, ripercorrendo anche nel tempo le tappe del raid.“Il mio volo Roma-Tokyo” è un progetto del Comune di Thiene e di Eco Vicentino in occasione del Centenario del Raid.Ideazione, progettazione e coordinamento: Mariagrazia Bonollo. Voce narrante: Davide Dolores. Post produzione: Andrea Grigolato – Hoodooh. Registrato presso gli studi di House264 – Milano. Tratto dal libro di Arturo Ferrarin “Il mio volo Roma-Tokyo” (Idrovolante edizioni, 2019).Gli episodi saranno pubblicati con cadenza settimanale, tutti i venerdì.
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Ultimo episodio. L'arrivo trionfale a Tokyo è sempre più vicino. Dopo la partenza da Canton, Arturo Ferrarin e il suo motorista Capannini sono impegnati nelle tappe cinesi, accolti ogni volta da esaltanti festeggiamenti che durano giorni: Foowchow, Shanghai, Tsingtao, Pechino, Kow Pangtzu, Shingishu; e poi la Corea: Seoul e Taegu; infine il Giappone: Osaka e l'arrivo a Tokyo, il 31 maggio 1920. Più aumentano i festeggiamenti, più il diario dell'aviatore thienese si dirada. "Stavo diventando l'idolo e la vittima della folla", scrive Ferrarin. Possono la gloria e gli onori velare di tristezza l'impresa? (Il racconto delle ultime tappe del Raid Roma-Tokyo, non essendoci il diario, rimangono affidate alla relazione finale, che può essere letta seguendo questo link: https://bit.ly/2XOTSyr [https://bit.ly/2XOTSyr]

Dopo cinque giorni di attesa, Ferrarin parte col biplano da Hanoi, diretto a Canton, nonostante il maltempo. Un viaggio dentro una nuvola nera, quattro ore di "martirio", seguendo poi la costa verso nord, nell' "inviolato cielo cinese". Infine, l'arrivo a Canton, a corto di benzina e con una folla delirante che acclama.

Il volo prosegue verso Calcutta, città "enorme e mostruosa", simile a una metropoli europea. E poi via, verso il Siam e Hanoi, nel Tonchino francese, pronti a lanciare il biplano verso la pianura cinese. Il Giappone è sempre più vicino, ma Ferrarin deve fare i conti con un annuncio drammatico.

Ancora India settentrionale: da Delhi verso Benares sorvolando il Gange, il fiume sacro. Fra attacchi di avvoltoi e un vento forte che spinge ancora di più il biplano di Arturo Ferrarin, che è costretto però a svoltare verso Agra, dove l'Ansando S.V.A. 9 sfreccia, nella commozione del suo pilota, sopra la "meraviglia di trine marmoree" del Taj Mahal.

Dopo varie peripezie, prigionie e ispirati voli nutturni, Arturo Ferrarin e il suo motorista Gino Capannini arrivano - con il loro biplano Ansando S.V.A. 9 - a Delhi, l'affollata, colorata e vitale metropoli indiana.
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