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Læs mere Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Liturgia della settimana, preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire di Bassano Romano (VT)
[Sab 13] Vangelo: Sir 48, 1-4. 9-11; Sal.79; Mt 17, 10-13.
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
[Sab 13] Commento: Il regno di Dio è già presente.
Ancora un pretesto per misconoscere la venuta del Messia. «Prima deve venire Elia» • asserivano gli scribi, fidandosi delle loro fasulle interpretazioni della Scrittura. «Elia è già venuto» • dice Gesù. Quanto è difficile leggere e interpretare i segni di Dio! Quanto sono diversi dalle nostre aspettative! Chissà quale spettacolo si attendevano gli scribi; certo non potevano immaginare, con le loro frenesie di grandezza, che colui che era l’atteso delle genti si manifestasse con tanta umiltà e tanta modestia. Tanto meno potevano tollerare che la venuta del Messia potesse significare lo sgretolamento del loro potere. Per questo, prima la voce di Giovanni Battista e poi quella dello stesso Cristo saranno come una voce nel deserto. Li scandalizza l’austerità del Precursore, ancor più li sconvolgerà l’annuncio messianico delle Beatitudini e del perdono. Gli stessi Apostoli non resistono alla tentazione di ritenere assurdo che il loro Maestro e Messia, capace di prodigi di ogni genere, dovesse soffrire a causa dei suoi avversari. Ancora oggi è incomprensibile a molti che l’avvento del Regno debba realizzarsi attraverso il martirio e la croce. Quell’evento è ancora motivo di scandalo, uno scandalo che trova le sue migliori giustificazioni proprio dinanzi agli eventi più tragici della storia, quando la violenza e la prepotenza degli uomini sembrano prendere il sopravvento sulla bontà e sulla pazienza di Dio. Allo scandalo della croce qualcuno oggi vorrebbe aggiungere lo scandalo del presepio!!!
[Ven 12] Commento: Partecipare alla danza.
Il rifiuto gratuito ha in sé dell’assurdo. Allora ecco lo sforzo insano e continuo di cercare pretesti per giustificare il proprio disimpegno. Era l’atteggiamento dei nemici del Signore, sempre a caccia di appigli per denigrare e diffamare. Così hanno fatto con Giovanni Battista, accusato di essere posseduto da un demonio perché rigido ed austero, così tentano di fare con Cristo, che mangia e beve con i peccatori ed è amico dei pubblicani. Per chi non vuole aderire alla fede c’è sempre un pretesto per rifiutarla; per chi vuole giustificare il proprio disimpegno e la propria immoralità c’è sempre una scusa da cercare costantemente negli altri, in qualcuno che a torto o a ragione agisce come noi o peggio di noi. L’evento messianico è un invito alla gioia, alla danza: gli stessi angeli di Dio scenderanno a cantare la gloria di Dio e la pace per gli uomini. Gli uomini però sapranno ancora una volta opporre un rifiuto, adducendo la motivazione degli impegni pressanti della vita e le mille distrazioni che distolgono dai veri obiettivi della umana esistenza. È grave restare fuori del banchetto di Dio, dopo aver ricevuto l’invito a partecipare alle nozze; è grave sentirsi dire: «Non vi conosco». È ormai prossimo il Natale: è l’ennesimo invito alla danza, cerchiamo di non mancare alla festa.
[Ven 12] Vangelo: Is 48, 17-19; Sal.1; Mt 11, 16-19.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!". È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "È indemoniato". È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori". Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
[Gio 11] Commento: Accettare, accogliere.
L’attesa messianica aveva assunto nel corso della storia del popolo d’Israele connotati molto diversi; pochi avevano compreso il significato autentico della venuta del Cristo, molti invece avevano riposto in quella promessa di un nuovo regno e nell’avvento del Messia speranze di grandezza e di potere o, al più, di liberazione solo da altre umane oppressioni e tirannìe. La "classe dirigente", che deteneva il potere religioso al tempo di Gesù, se n’era impadronita con violenza e cercava di conservarlo alla stessa maniera. Questo è il presupposto di ogni rifiuto del vero piano salvifico divino; sarà uno dei motivi della condanna di Gesù. È anche motivo della non accettazione della predicazione e del battesimo di Giovanni Battista. Sta avvenendo un passaggio storico, una svolta decisiva. Giovanni addìta al mondo «l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo»: egli è un grande profeta, il più grande tra i nati di donna, l’ultimo dei profeti del Vecchio Testamento, legato da prima della nascita a Cristo. È il nuovo Elia, ma ancora una volta molti non l’accettano. È la sorte dei profeti essere incompresi e violentati. È l’assurdo della storia degli uomini che attendono per secoli una venuta e poi non sanno riconoscere e rifiutano l’evento salvifico finale. Saper leggere la storia della salvezza, saper riconoscere gli inviati di Dio, è dono dello Spirito e non dell’intelligenza umana. Preghiamo per quel dono.
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