
FB Art Talks
Podcast de Benedetta Mercurio
Come si racconta un'opera d'arte? Ma, soprattutto, come si racconta una vita intera passata a collezionare opere d'arte? Sono Benedetta Mercurio e il mio lavoro è proprio questo, accompagnare i nostri visitatori attraverso la storia di Gabriele e Anna Braglia e della loro Fondazione, in cui hanno raccolto, per più di sessant'anni, il frutto del loro amore per l'arte.Con questo podcast voglio dedicare un po' di tempo a capolavori e artisti senza tempo che hanno incrociato i propri percorsi con quelli di Gabriele e Anna, che se ne sono innamorati e che oggi permettono a tutti noi di fare lo stesso.Al sito www.fondazionebraglia.ch troverete tutto sulla storia della collezione e dei suoi fondatori, oltre alle immagini relative agli episodi del podcast.Potete iscrivervi alla newsletter per rimanere sempre aggiornati sui nostri nuovi progetti.Buon ascolto!
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“Tutto ciò che vediamo nasconde un’altra cosa; noi abbiamo sempre voglia di vedere ciò che è nascosto da ciò che vediamo”. È il 1964 quando René Magritte, maestro del Surrealismo, riesce a riassumere in poche parole le sue opere uniche ed eccezionali, che stimolano a riflettere sulla realtà, ad andare oltre le apparenze, per cercare di svelarne i significati nascosti, sconvolgendo, con i suoi quadri, l’idea stessa di rappresentazione della realtà e indagando sulla differenza tra ciò che le immagini riproducono, i nostri occhi vedono, e il linguaggio pittorico dice. Blue Paint - Atlantean Twilight di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1100566 Artista: http://incompetech.com/

“Quando io mi siedo davanti a uno dei miei tagli, a contemplarlo, provo all'improvviso una grande distensione dello spirito, mi sento un uomo liberato dalla schiavitù della materia, un uomo che appartiene alla vastità del presente e del futuro”. Così si esprime Lucio Fontana perché la sua intenzione è di portarci oltre la tela, al di là di quello che gli occhi possono vedere e, forse, anche al di là di quello che l’immaginazione può creare. Per arrivare ai suoi Tagli, però, Fontana ha seguito un percorso, libero da preconcetti artistici, che lo ha portato dalla scultura all’installazione, dall’Argentina all’Italia, dalla sperimentazione alla storia.

Le opere di Giuseppe Cesetti sono intimamente legate alle sue origini, all’infanzia trascorsa a Tuscania, città dalle lontane origini etrusche dove nasce nel 1902, una terra assolata e silenziosa dove il giovane Cesetti vive un’esistenza lenta, scandita dai ritmi della natura, ma anche libera, tra i campi laziali prima e le distese maremmane poi. A soli sedici anni Cesetti lascia la famiglia per andare alla scoperta del mondo e, forse, di sé stesso, in un viaggio che toccherà i principali centri artistici italiani, regalandogli l’occasione di conoscere maniere e stili diversi, che comporranno un bagaglio inestimabile di esperienze. La prima e più profonda ispirazione di Cesetti rimane comunque il mondo agreste, con i suoi colori caldi e l’atmosfera arcaica, impronta indelebile nell’animo dell’artista e riflessa nella sua pittura fin dagli anni giovanili, ancora dominata da colori chiari e luminosi, con particolare richiamo allo stile dei macchaioli.

Il Moulin de la Galette è un locale storico che rappresenta il cuore stesso del quartiere di Montmartre a Parigi e in realtà si riferisce a due vecchi mulini a vento che probabilmente sorgevano sulla collina di Montmartre già dal XVII secolo. Nel 1834, proprio accanto ad uno dei due mulini, fu aperta una taverna, ampliata poco dopo e trasformata in un cabaret, che divenne presto un centro di ritrovo per artisti e letterati. Le opere di Maurice Utrillo catturano l’essenza di un’epoca e di un ambiente unici, attraverso colori vivaci e linee delicate, e rimangono impressi nella memoria e nel cuore di chi le osserva.

Nel cuore della laguna veneta, tra le acque placide e i riflessi luminosi, si erge Burano, l’isola del cuore di Gino Rossi, un artista che, in maniera unica e appassionata, racconta la rara quiete e la bellezza incontaminata di un luogo meno conosciuto della caotica Venezia e, proprio per questo, particolarmente amato da Rossi, che, più di ogni cosa, ricercherà sempre la pace e la serenità, nella vita così come nella pittura. Burano, in qualche modo, è per Rossi quello che Tahiti era stata per Paul Gauguin: un luogo da scoprire e raccontare ma anche un rifugio da proteggere e rispettare.
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