
Escuchar OP - Omicidio Pecorelli
Podcast de Raffaella Fanelli - Emons Record
Il 20 marzo 1979 viene ucciso Mino Pecorelli. 40 anni dopo, Raffaella Fanelli ritrova due verbali "dimenticati". I documenti contengono le dichiarazioni di Vincenzo Vinciguerra. Il neofascista rivela il nome di chi custodiva l’arma del delitto e traccia il quadro del movente. Il caso è riaperto, la magistratura indaga ancora.Una produzione Emons Record
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Dopo aver ripercorso il periodo delle stragi in Italia, gli anni della strategia della tensione, cosa c’entra la strage di Bologna con l’omicidio di Mino Pecorelli, avvenuta l’anno dopo la sua morte?

Raffaella Fanelli ha ritrovato i verbali che hanno permesso la riapertura delle indagini. In quei verbali, il terrorista di destra Vincenzo Vinciguerra parla della pistola che ha ucciso il giornalista e di un ricatto ai danni vertici di Avanguardia.

Nel 1991 spuntano le bobine integrali con i nomi dei congiurati del Golpe Borghese. Tra i nomi eliminati compaiono quelli di Licio Gelli e Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale. Nomi che Pecorelli, forse, già conosceva.

Nel 1968, Federico Umberto D’Amato, poi direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, impedisce la pubblicazione di un’inchiesta di Mino Pecorelli.

Il 6 aprile 1993 Tommaso Buscetta parla per la prima volta dei rapporti tra politica e mafia e racconta di aver saputo dal boss Gaetano Badalamenti che l’omicidio Pecorelli sarebbe stato compiuto per fare un favore a Giulio Andreotti.
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