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Il discorso con cui Arianna Ciccone, cofondatrice del Festival Internazionale del Giornalismo, ha introdotto l'evento “Resistere: un monologo di Roberto Saviano” [https://www.valigiablu.it/valigiablu-live?e=monologue-by-roberto-saviano] durante la XIX edizione dell'International Journalism Festival.

Le manifestazioni in tutta Italia contro la violenza sulle donne, ma anche le piazze dei sindacati e quella del PD (anche se meno partecipate), i problemi del governo Meloni ma nessuna proposta politica capace di rappresentare il malcontento crescente. Le parole gravissime al limite dell’eversione del Ministro della difesa Crosetto sulla magistratura e Giorgia Meloni definita da Politico “la leader più concreta d’Europa”. Intanto in Olanda vince l’estrema destra e in Spagna contro ogni previsione torna al governo Pedro Sanchez con un’alleanza tutta a sinistra: esiste davvero una marea nera in Europa? E cosa succede fra Meloni e Salvini nel contesto europeo? E infine uno sguardo sulle elezioni locali per capire davvero cosa succede dentro i maggiori partiti italiani.Conversazione con Dino Amenduni e un contributo di Mattia Diletti, che insegna scienza politica e public policy all'Università La Sapienza di Roma. Musica: Propaganda - Fabri Fibra, Colapesce, Di Martino https://youtu.be/VZgtEU4B70o?si=vRM-Zi_TZHKMntivRegia: Vudio

La lotta per i diritti delle donne: dalle proteste in Iran per dire basta a un governo di terrore che dura da 43 anni, all'Afghanistan dei Taleban, il paese più repressivo al mondo per le donne e le ragazze, private di tutti i loro diritti basilari, secondo le Nazioni Unite, allo Yemen, dove la guerra civile cominciata 8 anni fa ha portato a una delle più devastanti crisi umanitarie al mondo, con forti ripercussioni anche sulla vita e i diritti delle donne. Ne parliamo con Laura Silvia Battaglia al-Jalal, giornalista, documentarista, conduttrice e autrice per Rai Radio 3, esperta di Medioriente, reporter in aree di crisi dal 2007. Musiche: Calm Down - 5 ragazze iraniane ballano sulle note del noto brano di Selena Gomez e Rama in segno di protestaJin, jiyad, azadi - Coro di giovani donne iraniane all'Università di arte di Teheran

Partendo dalle figure di Putin e Zelensky, due leader molto diversi fra di loro, una differenza che ha giocato un ruolo importante nella narrazione del conflitto, cerchiamo di capire come sono cambiate la Russia e l'Ucraina a un anno dall'invasione. Cosa ci dicono gli ultimi discorsi di Putin e cosa significa la sospensione del trattato New Start sulla limitazione delle armi nucleari; cosa sta succedendo all'interno della verticale del potere di Putin, con l'irruzione sulla scena di personaggi "destabilizzanti" come Prigozhin, l'oligarca a capo del gruppo di mercenari della Wagner... La politica ucraina, intanto, è sempre più caratterizzata da un accentramento di potere da parte dell’amministrazione presidenziale. Come è cambiato il sistema di potere in Ucraina? Qual è l'impatto dell'invasione e della mobilitazione sulla società russa? Dopo i primi mesi di proteste, soffocate nella repressione, la società russa sembra sempre più atomizzata e passiva, senza una vera e propria opposizione organizzata né in patria né all'estero difficilmente una mobilitazione dal basso potrà fermare Putin. Così come è molto difficile pensare, almeno nel breve termine, a un cambio di regime. La società ucraina è al tempo stesso sempre più unita ma anche atomizzata dovrà a affrontare un futuro incerto tra milioni di ucraini fuggiti e che forse non toneranno più, le giovanissime vite, molto probabilmente la futura classe dirigente del paese, perse sul campo di battaglia, migliaia di bambini deportati in Russia, e il destino dei cittadini nei territori occupati e le tensioni inevitabili nei territori liberati. Anna Politkovskaja - nei reportage sulla seconda guerra in Cecenia - a un certo punto scrive: "È facile cominciare una guerra, quasi impossibile eliminare tutti i mostri che ha creato". Conversazione con Giovanni Savino - storico, si occupa di nazionalismo russo e della ricezione del passato nella Russia contemporanea. Dopo aver insegnato in Russia, ha dovuto lasciare il paese nei primi giorni di guerra, e ha lavorato all'Università di Parma e ora è alla Federico II - e Oleksiy Bondarenko - insegna Comparative politics all’Università di Warwick (UK). Si occupa di élite, istituzioni informali e rapporti tra centro e regioni in Russia e Ucraina.

La vicenda, inaudita e senza precedenti, del vicepresidente del Copasir e deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli che per attaccare le opposizioni che chiedevano lumi sulla gestione del caso di Alfredo Cospito da parte del governo, ha letto in aula alcune intercettazioni inedite tra l’anarchico e alcuni mafiosi detenuti al 41 bis; la tragicomica gestione da parte della maggioranza al governo del video di Zelensky a Sanremo; la decisione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di respingere l'istanza di revoca del 41bis all'anarchico Cospito; i primi 100 giorni del governo Meloni; la querela di Meloni a Emiliano Fittipaldi e al quotidiano Domani.Ne parliamo nella terza tappa del nostro viaggio nella politica italiana con il giornalista Emiliano Fittipaldi, vice direttore del quotidiano Domani e Dino Amenduni, socio e consulente politico dell'agenzia di comunicazione Proforma; docente nei laboratori di comunicazione politica ed elettorale all'Università di Perugia e di storytelling politico all'Università di Bologna.Musica: Judas Priest - Breaking The Law
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