Animalisti e vegetariani - BastaBugie.it

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"Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra" (Genesi 1, 28)

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Una società che preferisce gli animali ai figli

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8131 [https://www.bastabugie.it/8131] UNA SOCIETA' CHE PREFERISCE GLI ANIMALI AI FIGLI di Fabio Piemonte   Le coppie oggi mostrano di preferire prendersi cura degli animali anziché di avere figli. È quanto attesta uno studio recente realizzato dal Dipartimento di Etologia dell'Università Elte in Ungheria, il quale ha rilevato una stringente correlazione tra l'aumento del numero di persone che desiderano un animale domestico (in particolare un cane) e il calo dei nuovi nati. Un trend in crescita non solo in Ungheria ma in tutta Europa, Italia compresa. «Il 19% delle persone senza figli e il 10% dei genitori con un cane considerano il proprio amico a quattro zampe non solo parte integrante della famiglia, ma anche in grado di dare vita a relazioni intense e più vere di quelle tra esseri umani», ha osservato la docente Enikő Kubinyi, capo del Dipartimento di Etologia della stessa università, nel commentare i dati della ricerca. Kubinyi ammette altresì che, per quanto il volersi prendere cura di un cane non sempre sostituisca il desiderio di genitorialità di una coppia, è pur vero che «molti proprietari di cani non desiderano diventare genitori, ma si sentono già 'mamme e papà' dei propri amici a 4 zampe». E in effetti, secondo la medesima ricerca, oggi «il 90% dei genitori ungheresi non dedica neanche un'ora alla settimana alla cura dei bambini piccoli» o sceglie ancor più gravemente di non metterli proprio al mondo, nel timore «che non avranno alcun aiuto nell'educazione dei loro figli». Meglio allora dunque l'affetto che si presume incondizionato di un cane a quello di un bambino. Senza nulla togliere alle cure pur doverose e apprezzabili nei confronti degli amici a quattro zampe, è necessario precisare che queste non potranno mai sostituire l'atteggiamento squisitamente umano di prendersi cura intenzionalmente, e dunque a maggior ragione quando ciò richiede impegno, fatica e sacrificio, dei propri simili e cari, in particolare di quanti - come neonati, bambini, anziani e malati - hanno anche un bisogno maggiore di cure e premure. Se insomma da un lato è sicuramente lodevole prendersi cura degli animali, dall'altro rivolgere il proprio affetto a un animale invece di un altro essere umano costituisce un fattore decisamente preoccupante, sintomatico di una società in cui domina ormai un individualismo egolatrico che preferisce le responsabilità minime che richiede un cucciolo rispetto a quelle oggettivamente più impegnative ma nel contempo decisamente più gratificanti legate al prendersi cura in special modo di un "cucciolo" d'uomo. Bisogna infine, altresì, evidenziare che nel nostro Paese i pochi aiuti concreti sul piano economico e la precarietà lavorativa contribuiscono a infondere nelle giovani generazioni l'ansia rispetto al futuro e ad amplificare i timori legati al prendersi cura dei figli; tuttavia se il tasso di natalità continua a scendere ai minimi storici di anno in anno, ciò non dipende esclusivamente da queste ragioni. Per rilanciare la natalità non bastano quindi i 'bonus' una tantum, occorrono politiche lungimiranti e ancor più un cambiamento culturale radicale, che comporti una fuoriuscita dal cerchio della propria autoreferenzialità individualista ed edonista che non riesce a guardare al di là del proprio ombelico e produce solo schiavitù dal piacere e dalle proprie comodità.

15 apr 2025 - 4 min
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In Germania la vita di un insetto vale più di un bambino

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7906 [https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7906] IN GERMANIA LA VITA DI UN INSETTO VALE PIU' DI UN BAMBINO di Manuela Antonacci Germania: benvenuti nel paese in cui una vespa vale più della vita di un bambino. Di cosa stiamo parlando? Della contraddizione forte di un paese in cui le vespe sono considerate una specie protetta, ma i bambini evidentemente no, se si considera il numero di aborti che si attesta intorno ai 100.000 l'anno. Eppure in Germania piovono multe di 5.000 euro (in Baviera) e addirittura 65.000 euro (in Brandeburgo) se si osa uccidere una vespa. Sono inclusi nel divieto anche lumache e farfalle, coleotteri, scoiattoli, talpe, lupi: viene punita anche l'uccisione degli uccelli selvatici così come la loro cattura. Insomma, tutte specie protette, tranne l'uomo! Perché, se è vero che in base all'articolo 218 del Codice Penale l'aborto, in Germania, è illegale, tuttavia la donna non è perseguibile se la procedura avviene entro la dodicesima settimana di gestazione, dopo aver fatto visita ad un consultorio in cui viene rilasciato un certificato usato come "giustificativo" e aver rispettato un "tempo di riflessione" di tre giorni. Tuttavia, lo scorso aprile, una Commissione istituita dal governo tedesco ha presentato una relazione sull'interruzione di gravidanza chiedendo leggi meno restrittive su aborto e maternità surrogata. La Commissione "per l'autodeterminazione e la medicina riproduttiva", era formata da 18 esperti in medicina, psicologia, etica e diritto e ha sottolineato come «l'illegalità di fondo dell'aborto nelle prime fasi della gravidanza non è sostenibile». Perciò ha sostenuto che gli aborti dovrebbero essere vietati solo dopo la ventiduesima settimana di gravidanza, invitando il legislatore a intervenire. Dunque una nuova legge sull'aborto potrebbe essere approvata entro la fine della legislatura. Interessante è, inoltre, scoprire che nonostante l'attuale legge "restrittiva" in Germania, nei consultori è vietato l'ingresso ai pro life e alle associazioni di ispirazione cristiana. Non solo, nella sua seduta del 5 luglio scorso, il Bundestag ha approvato un disegno di legge governativo con cui è stata modificata la normativa che disciplina le attività di consulenza relative all'interruzione di gravidanza. L'emendamento è stato sostenuto da un ampio margine di voti favorevoli e osteggiato solo dall'Unione Cristiano-Democratica e da Alternative für Deutschland, di destra. Tutto ciò ha portato a una modifica importante che in teoria andrebbe a salvaguardare i "diritti delle donne", ma in pratica ostacola alcune libertà costituzionali. In particolare parliamo del cosiddetto "divieto di molestie" per i pro life che manifestano davanti ai consultori o alle strutture ospedaliere e persino del divieto di pregare in silenzio in questi luoghi, se tali attività avvengono nel raggio di 100 metri. Diversamente, i pro life potranno essere multati fino a 5.000 euro. Viene da chiedersi se, come la si vuol far passare, tutto ciò sarebbe a tutela di taluni "diritti" da tutelare, che fine facciano i diritti alla libertà di espressione, alla libertà di riunione e alla libertà di religione e, soprattutto, i diritti del bambino nel grembo materno che potrebbe magari essere salvato per il rotto della cuffia, da un ripensamento improvviso, grazie all'attività di questi volontari. In questi casi, il parlamento tedesco parla addirittura di "molestie da marciapiede" - ma non si registrano denunce in questo senso. Non solo, sicuramente, nonostante a livello europeo si critichi tanto l'articolo 218 del codice penale, consultando i dati statistici emerge che non è affatto difficile abortire in Germania. Parliamo infatti di cifre non di certo microscopiche che partono da picchi di quasi 135.000 aborti tra il 2000 e il 2001, fino al più recente 2022 con 104.000 aborti. Un numero, questo, che indica un aumento di quasi il 10% rispetto all'anno precedente. Ad abortire sono soprattutto donne tra i 25 e i 35 anni di età. Insomma, se si viene multati per aver ucciso una vespa ma allo stesso tempo si viene multati anche per il tentativo di aver salvato un bambino - per giunta condannato di fatto a morte nel grembo materno -, non si sta forse mettendo su un piano decisamente superiore, non i casi estremi, non il bene collettivo, ma addirittura un insetto? E tutto questo, nell'interesse di chi?

03 sep 2024 - 5 min
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A processo per aver "stressato" un cinghiale

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7857 [https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7857] A PROCESSO PER AVER ''STRESSATO'' UN CINGHIALE di Massimo Balsamo I cinghiali rappresentano uno dei principali problemi per il mondo agricolo, è piuttosto noto. I proclami non mancano, ma la situazione non sembra destinata a migliorare. Anzi, secondo Andrea Busetto al peggio non c'è mai fine. Marchigiano, di Pesaro, il 64enne è in prima linea contro gli animali selvatici da diversi decenni, denunciando sottovalutazione, sciatteria e collusioni varie. "Non potete neanche immaginare le condizioni degli agricoltori. La mia era l'aziendina più bella delle Marche", ci racconta in una giornata particolarmente delicata. Oggi, infatti, è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia dai carabinieri forestali che lo hanno denunciato per bracconaggio. Ma andiamo per gradi. Allevatore di vacche dal 1985 al 2010, Andrea Busetto, che recentemente si è dimesso recentemente da presidente provinciale e vice presidente regionale della Confederazione Italiana Liberi Agricoltori, è da sempre in prima fila per l'allarme cinghiali. "Si è arrivati a questo punto per sottovalutazione, sciatteria e collusione", il suo j'accuse, con tanto di disinteresse per i rischi per l'impatto ambientale e la sanità, considerando le potenzialità esiziali della peste suina africana. "Io ho le spalle molto larghe, la battaglia la faccio per chi è meno fortunato e strutturato di me: ci sono molto agricoltori in difficoltà, distrutti da lupi e da cinghiali", la sua visione, la visione di un uomo con tanti nemici ma che non ha voltato le spalle davanti alle ingiustizie. MIA MOGLIE AGGREDITA DA UN CINGHIALE Nitido il ricordo di quanto accaduto nel 1997, quando trovò un gruppo di cinghiali nella sua abitazione: "Mia moglie, incinta di 8 mesi, venne quasi aggredita da un cinghiale. All'epoca non si parlava di cinghiali, eravamo in pochi a farlo. E la politica ci disse di aggiustarci. Mia moglie decise di denunciare il presidente della Provincia, perché la fauna selvatica è di proprietà dello Stato, ma tutto venne archiviato. Se mi fosse scappata una vacca per strada e avesse ammazzato un cristiano, io sarei andato in galera, ma in Italia per i cinghiali non paga nessuno". Una tragedia sfiorata, alla quale rispose con una provocazione. Nel 1997 andò a comprare un cinghialetto d'allevamento - non selvatico - lo portò negli uffici della Provincia, facendo finta di averlo trovato nella sua stalla: "Da quel giorno iniziò l'inferno: non ero mai stato denunciato, da quel momento in poi fu una valanga contro di me". Le autorità sequestrarono l'animale e l'uccisero. La denuncia nei suoi confronti fu per "aver indotto l'animale a comportamenti contrari alla sua natura di selvatico". Il processo fu un caso mediatico: "Mi hanno processato e denunciato per qualunque cosa. Io ho tenuto duro e ho mantenuto la mia famiglia". "Ci sono stati molti morti, molti incidenti, milioni di danni all'agricoltura", racconta Busetto, che due anni fa ha rischiato la pelle proprio per colpa dei cinghiali. Alcuni animali scavarono uno dei suoi campi: "Tornando a casa dopo aver riseminato un campo distrutto, il trattore entrò in una buca causata dai cinghiali e sono finito in un burrone: sono vivo per miracolo". Quattro mesi e mezzo a letto, ma con la pelle in salvo. NUOVA DENUNCIA PER UNA GABBIA Ma al peggio non c'è mai fine. A 27 anni da quell'incredibile denuncia per bracconaggio, ecco la nuova denuncia per una gabbia di cattura di cinghiali. "La gabbia è di proprietà della Provincia di Pesaro, che le aveva comprate ma non le usava. Io chiesi di darle a noi agricoltori, così da sfruttarle. La ricevo anche io con il decreto del dirigente che me la consegnava in comodato d'uso gratuito. Io feci il corso obbligatorio di tre ore e ottenni l'abilitazione. Ogni volta che ho preso i cinghiali, ho comunicato alla polizia provinciale, come previsto dalla legge", la ricostruzione di Busetto: "Un mese fa sono venuti degli ignoti dentro la mia proprietà e hanno danneggiato la gabbia. Ho fatto la denuncia ai carabinieri forestali. Dopo aver parlato con il loro comandante provinciale, sono venuti e mi hanno anche ringraziato. Ma dopo una settimana sono tornati per una denuncia contro di me. Il motivo? Io, avendo in comodato d'uso la gabbia, avrei dovuto comunicare ogni anni il possesso della gabbia secondo quanto previsto dal regolamento regionale. Io non lo sapevo ovviamente". Seguiremo gli sviluppi della vicenda, ma Busetto è pronto a dare battaglia: "Spero che questo processo venga celebrato, perché finalmente verrebbe tutto a galla. Ci sarebbe da scrivere un libro. Muore la gente per strada, c'è la peste suina africana fuori controllo, la Coldiretti dice quello che dicevo io dieci anni fa, ma denunciano me come bracconiere con la gabbia della Provincia. Robe da pazzi. Non ci sono le parole. Ma io sono sereno, gli farò vedere i sorci verdi".

24 jul 2024 - 5 min
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La Costituzione tutela gli animali, quindi non l'uomo

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7111 [http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7111] LA COSTITUZIONE TUTELA GLI ANIMALI, QUINDI NON L'UOMO Sarà ancora possibile abbattere un animale se fosse l'unico modo per salvare la vita di una persona? di Francesca Romana Poleggi Scrivendo in modo critico dell'animalismo e dell'anti-specismo non vorrei essere accusata di avere un cuore arido e insensibile nei confronti degli animali e dell'ambiente. Allora ci tengo a precisare che sono convinta che ogni essere umano degno di tale qualifica debba amare e rispettare gli animali e il creato (meglio di "ambiente") e mi permetto di condividere con i lettori la foto mio amatissimo e bellissimo Gattuccio. È morto alcuni anni fa, ma ancora ne sento molto la mancanza. L'8 febbraio 2022 Il Parlamento ha varato la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione. L'art. 9, tra i «Principi fondamentali», «tutela il paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione». Ora si aggiunge: «La Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Quindi, gli animali, gli ecosistemi e la biodiversità diventano "valori" costituzionalmente garantiti. L'art. 41 recitava: «L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Ora dopo «danno» si aggiunge «alla salute, all'ambiente», che quindi vengono anteposti alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Il secondo comma pone limiti alla libertà economica privata dicendo: «La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». Ora si aggiunge alla fine «e ambientali". IL GORILLA DELLO ZOO DI CINCINNATI È questo il compimento di un percorso: di ambiente ed ecosistema si parla già nel nuovo testo dell'art. 117 che ripartisce il potere legislativo fra Stato e Regioni. E la Corte costituzionale da una trentina d'anni ha lavorato sul concetto di "paesaggio", fino a trasformarlo in "ambiente", bene unitario, che va salvaguardato nella sua interezza. Alla luce di quanto sopra, l'insigne giurista Francesco Mario Agnoli si chiede se si chiuda così la bocca agli ambientalisti che di solito protestano contro le pale eoliche e i pannelli solari che deturpano il "paesaggio". Inoltre, Tommaso Scandroglio, su La Nuova Bussola Quotidiana, stigmatizza l'anteposizione della tutela della salute e dell'ambiente rispetto alla tutela della dignità umana. «Dovrebbe essere l'opposto perché è il riferimento alla dignità della persona a costituire il paradigma che orienta il nostro agire morale. Un'azione è buona o malvagia a seconda che sia in accordo o disaccordo con la dignità umana, questo è il principio fondamentale della morale naturale. In tal senso io posso lecitamente arrecare un danno ambientale se è di vantaggio per la dignità personale. Ad esempio, sarebbe bene radere al suolo un intero bosco se fosse l'unico modo per salvare la vita di una persona». Invece, nel 2016 quando un gorilla dello zoo di Cincinnati è stato abbattuto per salvare un bambino caduto nel recinto, il web si è indignato e i genitori sono finiti sotto processo. E di storie analoghe ce ne sono parecchie. D'ora in poi, dunque, le leggi del Parlamento dovranno tutelare gli animali tanto quanto le persone. NESSUN DIRITTO SENZA DOVERI Chissà se verrà data loro anche la "capacità giuridica", cioè la capacità di avere diritti e doveri, che finora appartiene solo agli esseri umani (art. 1 cod. civ.). In Spagna ed in alcuni Stati federati americani ci provano da tempo. Ma poiché non possono esserci diritti senza doveri (il dovere è il comportamento che consente la realizzazione dei diritti altrui), come potrà un animale essere tenuto ad adempiere i suoi doveri? Sarà un "soggetto" dotato di soli diritti? Lo stesso art. 1 del codice civile, riconosce in qualche modo anche la capacità giuridica del concepito: la qualcosa è stata in mille modi aggirata e calpestata con la legalizzazione dell'aborto e della fecondazione artificiale. Il concepito, quindi, è di fatto considerato un "sub-umano" perché non ha diritto di vivere. Invece gli animali potranno essere considerati come persone? La risposta già si sa, visto che le leggi (in Italia e all'estero) tutelano i cuccioli di cani, gatti e animali da allevamento molto di più dei cuccioli d'uomo. Bisogna fare molta attenzione nel voler mettere gli animali allo stesso livello delle persone, perché in tal modo non si eleva la loro dignità, ma si abbassa quella della persona, che così, come un qualsiasi animale, diventa un oggetto disponibile, che si può comprare, vendere, manipolare, sopprimere in base all'utilità che ne può trarre il più forte. Così già è, se si pensa all'aborto alla fecondazione artificiale, all'ingegneria genetica o all'eutanasia. Il grande G. K. Chesterton, in The Thing (del 1939) aveva parlato del ‘comunismo cosmico'. Una nuova ideologia che, affermando l'indifferenza tra il corpo umano e quello animale, si esprimeva «lasciando che un uomo muoia come un cane e pensando che la morte di un cane sia più patetica di quella di un uomo». Dai tempi di Chesterton ad oggi, riforma costituzionale compresa, l'umanizzazione degli animali prosegue inesorabile. Ma all'umanizzazione dell'animale corrisponde la bestializzazione dell'uomo. E chi ne fa le spese è la porzione di umanità più fragile e indifesa. L'idea secondo la quale "l'uomo non è che un animale" vuol dire che siamo solo una specie tra gli animali della foresta, dove vale la legge del più forte. Se animali ci definiamo, come animali agiremo.

16 aug 2022 - 6 min
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Proposta di Legge Costituzionale per tutelare animali e ambiente... a scapito dell'uomo?

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6770 [http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6770] MODIFICARE LA COSTITUZIONE PER TUTELARE GLI ANIMALI E L'AMBIENTE... A SCAPITO DEGLI UOMINI? di Giuliano Guzzo Grande giubilo, nei giorni scorsi, per l'approvazione di una proposta di legge costituzionale volta ad inserire nella nostra Carta due solenni tutele: quella degli animali e quella dell'ambiente. Il testo approvato impegna infatti la Repubblica italiana alla «tutela» di «ambiente, biodiversità ed ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni», stabilendo altresì per lo Stato il compito di disciplinare «i modi e le forme di tutela degli animali». Come prevedibile, questo atto legislativo ha allietato gli animi di molti. Per esempio, l'ex Ministro all'Istruzione Lucia Azzolina, ha condiviso la sua gioia sui social scrivendo che «finalmente è stata conferita dignità costituzionale ai nostri cari amici animali. Possiamo esserne tutti felici». «Si è anche dato un segnale importante alle giovani generazioni», ha aggiunto, spiegando che la «Terra non è una nostra proprietà privata, appartiene a tutti e va rispettata» e che «poche parole nuove nella Costituzione hanno aperto la strada ad un modello culturale nuovo». [...] VIVA GLI ANIMALI, ABBASSO L'UOMO Però, come si suol dire, c'è un però: e il concepito? Che ne è del nascituro? Perché [...] non ci si può dimenticare che, se di vita vogliamo parlare, quella più indifesa è bistrattata, e non da oggi, è una: quella dell'essere umano nel grembo materno. In realtà, la questione non riguarda neppure solo il concepito, ma l'uomo in generale. Torna in mente, su questo, quanto ebbe a dire, nel maggio 2016, Papa Francesco, criticando apertamente «chi ama cani e gatti e ignora le sofferenze dei vicini». In effetti, la storia è costellata di esempi di un animalismo privo o comunque scarso di compassione umana. Nei tempi antichi, per esempio, non risulta che il filosofo Plutarco abbia mai avuto da ridire sulla schiavitù - pratica certo non rispettosa della dignità umana e a suoi tempi diffusissima - mentre invece tuonò senza pietà contro i cittadini facoltosi, colpevoli di mangiare carne animale: «Che crudeltà! E' terribile vedere imbandite le mense dei ricchi, che usano i cuochi, professionisti o semplici cucinieri, come acconciatori di cadaveri». Lo stesso Friedrich Nietzsche, per passare a epoche meno remote e più vicine alla nostra, una volta ebbe - com'è noto - pietà per le pene d'un cavallo, ma non pare coltivasse grande simpatia per gli umani poco prestanti: «I deboli e in malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore gli uomini [...] Che cos'è più dannoso di qualsiasi vizio? Agire pietosamente verso tutti i malriusciti e i deboli». IL CICLONE ZAPATERO IN SPAGNA Tra gli amanti degli animali, venendo ai nostri anni, si segnala anche José Luis Zapatero, durante il cui governo il Parlamento spagnolo, il 25 giugno 2008, approvò Gran Simios, un progetto con cui s'è deciso che i grandi primati - oranghi, gorilla, scimpanzé - hanno alcuni diritti umani. All'attenzione verso gli animali, pure in questo caso, non è però seguita quella verso l'uomo, se si considera la parallela entrata in vigore - sotto Zapatero - di una nuova legge che ha consentito alle donne di età superiore ai 16 anni l'aborto entro le prime 14 settimane di gestazione senza l'obbligo di motivare in alcun modo la scelta. Ecco che allora, alla luce di simili precedenti, vien spontaneo temere che anche la svolta legislativa green, per così dire, della Costituzione italiana, possa essere accompagnata non solo da scarsa attenzione verso l'uomo, ma addirittura da disprezzo nei confronti del nascituro, per abortire il quale i metodi chimici, grazie a pillole e preparati, vanno proprio in questi anni moltiplicandosi. Il che, oltre che paradossale e ingiusto, risulta anche grottesco dal momento che sono proprio i bambini di oggi coloro i quali saranno, domani, chiamati a prendersi cura dell'ambiente e degli animali. E se non loro, infatti, chi? Sarebbe bello condividere questo interrogativo con gli ideologi di certo ambientalismo estremo. Chissà che costoro non riescano a comprendere la natura contraddittoria di tante loro battaglie. Mai dire mai

26 okt 2021 - 5 min
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