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Il giornalista e scrittore di successo Rino Cammilleri, l'apologeta kattolico, parla a tutto campo dei problemi di oggi senza dimenticare le preziose lezioni della maestra più inascoltata: la storia

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Con Leone XIV la Chiesa volta pagina

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8170 [https://www.bastabugie.it/8170] CON LEONE XIV LA CHIESA VOLTA PAGINA Sono tanti i sassolini (o i macigni?) che stanno uscendo da parecchie scarpe con l'arrivo del nuovo Papa (e intanto i giornali laicisti affilano le armi contro di lui) di Rino Cammilleri   Sepolto Bergoglio ed eletto il nuovo Papa, ecco che, poco alla volta, i sassolini cominciano a uscire dalle scarpe. Da subito (segno che non se ne poteva più), il cardinal decano ha risolto il pasticcio di Santa Marta, che l'ex Papa aveva elevato a residenza pontificia per un puro capriccio personale. E mettendo nei problemi quelli che ci stavano, e che adesso dovranno tornarci spendendo in risistemazioni. Gli storici appartamenti papali erano stati allestiti nei secoli con uno scopo preciso e, dunque, erano, per definizione, molto più adatti all'uopo. Il decano l'ha messa sul romantico, ricordando che i fedeli, vedendo la luce accesa nella finestra del papa, erano confortati dal fatto che il padre comune lavorava e vegliava per loro. Bergoglio, a suo tempo richiesto sulla rivoluzionaria scelta del residence, aveva spiegato che non gli piaceva star solo. Come se negli antichi locali non avesse potuto avere tutta la compagnia che voleva. Ma il clero, come i carabinieri, è uso ad obbedir tacendo, però chissà quali mugugni i colpi di testa del papa argentino avranno sollevato. Pochi osarono protestare per le novità (anche dottrinali), chi sommessamente, chi ad alta voce. Ma lui non rispondeva ai primi e allontanava gli altri. Le scarpe nere, diceva, erano perché aveva male ai piedi. Come se il calzolaio vaticano non avesse potuto fargliele rosse e ortopediche. La papamobile l'ha donata ai gaziwi, così che ora Prevost deve ricomprarne un'altra. Infatti, Leone XIV ha messo in garage le utilitarie bergogliane e, per il momento, ripristinato il suv. Francesco I si presentò senza paramenti e con un inedito "buonasera" all'elezione. Il nuovo papa ha indossato l'antica mise e, per non far fare brutta figura al predecessore, ha optato per un liturgico "La pace sia con voi" al posto del classico "Sia lodato Gesù Cristo". Ha aggiunto che è quanto disse il Cristo appena risorto agli Apostoli. Solo che "Shalom" non è altro che il normale saluto che ancora oggi gli ebrei, come i musulmani ("Salam"), usano. Intervistato (adorava le interviste) sul programma del suo incipiente pontificato Francesco disse testuale: "Sogno una Chiesa povera per i poveri". Qualcuno ha osservato, giustamente, che la peggior disgrazia per i poveri sarebbe proprio una Chiesa povera, dato che solo Cristo fu capace di moltiplicare il pane. Ma sono tanti i sassolini che usciranno da parecchie scarpe, alcuni grossi come macigni. Come questo: Bergoglio ha viaggiato parecchio ma non è mai voluto andare nella sua Argentina, a differenza dei suoi due predecessori non italiani. Perché? Boh, attendiamo sassolini. Anche la sua predilezione, quasi ossessiva, per i "migranti": qualche malizioso insinua che, essendo grave il deficit finanziario vaticano, l'"accoglienza" serviva almeno a tamponare. Le maggiori offerte, infatti, vengono dagli Usa e dalla Germania, ma in quest'ultima la continua fuoruscita di fedeli tassati (in Germania luterani e cattolici pagano tributi alle rispettive confessioni) e la deriva filo-woke dell'episcopato hanno messo il Vaticano in un inestricabile dilemma; i catto-americani sono ondivaghi, prima votavano a sinistra ma ora a destra, perciò insistere ancora sull'"accoglienza" rischia di indispettire Trump e Vance, che già Prevost aveva criticato sul tema. Ma questo è il futuro. Il passato è invece, per quelli coi sassolini nelle scarpe, un Papa populista all'esterno e dispotico in casa, che si è circondato di yes-men e ha costretto i cardinali a portare a spalla la Pachamama, lavorando per plasmare una Chiesa a sua immagine e somiglianza; un "ospedale da campo", di fatto una Ong più grossa delle altre e coi soldi anche di chi era d'altro avviso. Papa Prevost, stando ai primi gesti, pare voglia restaurare (cioè, riportare a bellezza, come diceva Ratzinger) ma senza scossoni per non apparire "conservatore". Certo, la situazione complessiva non è delle migliori, ma, come diceva un sorridente Ratzinger intervistato da un preoccupato Messori, "la Chiesa non è mica mia, è di Gesù Cristo, ci penserà Lui". Nota di BastaBugie: Paola Belletti nell'articolo seguente dal titolo "Papa Leone XIV, la luna di miele mediatica è già al tramonto (buon segno)" parla delle critiche che sta ricevendo il Papa in questi giorni. Ecco l'articolo completo pubblicato su Sito del Timone il 19 maggio 2025: Vedere il Sommo pontefice commuoversi guardando l'anello piscatorio cingergli l'anulare conferma non tanto la natura sentimentale di papa Leone XIV, quanto la umana consapevolezza di quale ministero abbia accettato di assumersi, «con timore e tremore», sapendo di non averne merito, come ha dichiarato lui stesso. Con la chiara coscienza di ciò che è chiamato ad essere e a compiere, dunque, prosegue nel servizio che la sua vocazione gli richiede, all'insegna di quel di più di amore che il ministero petrino implica; un amore oblativo, che porta a dare la vita per i fratelli e si nutre dell'amore totale e incondizionato di Cristo per lui. E se i motivi per rallegrarsi e rendere lode a Dio della condotta del pontefice  per tanti cattolici non fanno che moltiplicarsi sembra invece che certa stampa abbia iniziato presto a dispiacersene. Un po' bizzarra, come reazione: il Papa ripete con chiarezza e carità e secondo lo stile e gli accenti personali la medesima verità di cui la Chiesa è sorgente e che è chiamato a custodire. Anche la tentazione di contrapporlo al suo immediato predecessore, che non manca mai di ricordare con rispetto e devozione, fa parte di questo malcostume, e di quello più generale che colpisce tutta la comunicazione contemporanea fatta di polarizzazioni continue e contrapposizioni esasperate (ed esasperanti). Anche su questo si è espresso Leone XIV, ma in particolare ha causato dei mal di pancia diffusi quando, udite, udite!, ha osato parlare del valore della famiglia come società autentica che precede qualsiasi istituzione e che si fonda sull'unione stabile tra un uomo e una donna. Apriti Cielo, per alcuni! Ma chissà a quale cielo si rivolgono. Nel recente incontro con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede aveva infatti richiamato alla responsabilità i capi di governo rispetto alle gravi ingiustizie sociali ed economiche che feriscono i popoli e invitato ad investire sulla famiglia "fondata sull'unione stabile tra uomo e donna, 'società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società'". Per Fanpage questa preclara dichiarazione significherebbe, papale papale, che il capo della Chiesa cattolica chiude alle coppie omosessuali, mentre papa Francesco, sempre secondo loro, avrebbe aperto alla concezione di famiglie di vario genere e tipo. Colpisce, ma non più di tanto, il disappunto di un Vito Mancuso che già a 48 ore dalla sua elezione al soglio pontificio il 10 maggio lamentava nelle parole del Papa i «primi passaggi stonati» denunciando affermazioni che lo avrebbero «sorpreso negativamente». A dire la verità, questo suo disagio funziona un po' come indicatore inequivocabile di come la Chiesa continui ad essere al servizio del mondo e della sua salvezza e proprio per questo detestata, irrisa, sentita estranea dal mondo stesso. Per Mancuso l'associazione della riduzione di Cristo a semplice leader carismatico con un ateismo di fatto sarebbe un'equazione ingiusta e infelice dal momento che ci sono altri modi di credere in Dio. Non è così però secondo la verità che la Chiesa cattolica ha l'umile certezza di portare in dote al mondo: che il volto del vero Dio sia proprio quello che si è rivelato in Cristo e non un altro. Cosa avrebbe dovuto dire o fare papa Leone? Scambio di elogi e medaglia per l'impegno religioso a tutti i pur nobili tentativi umani e nessun riferimento alla pretesa di verità di Cristo – così nessuno si offende, oppure esattamente ciò che sta facendo proseguendo il cammino pur accidentato e faticoso della bimillenaria tradizione cattolica? Fa quasi tenerezza, per contro, la sparata di una testata d'oltreoceano che godrebbe pure di un certo prestigio, il New York Times, ripresa con solerzia da Repubblica, che spaccia come scoop la scoperta della infedeltà di tal Salvatore Giovanni Riggitano, avo del pontefice, il quale ebbe una relazione illecita nonostante fosse coniugato con tal Susaznne Fontaine. Correva l'anno 1917 in quel di Chicago. E quindi? Questa condotta peccaminosa, riprovevole e illegale da parte di un antenato dell'attuale pontefice dovrebbe inficiare la verità sul matrimonio pensata da Dio stesso? Niente, è più forte di loro. Continuano a militare in un apparentemente inestinguibile Sessantotto per sovvertire qualsiasi autorità e riferimento morale e si comportano come delle laicissime beghine.

20 may 2025 - 5 min
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Sai chi ha inventato i mattoncini Lego?

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8063 [https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8063] SAI CHI HA INVENTATO I MATTONCINI LEGO? di Rino Camilleri   Oggi vogliamo ricordare un luterano la cui fede era superiore a quella di molti cattolici. [...] Il luterano di cui dicevamo è Ole Kirk Kristiansen, nato nel 1891 a Omvraa Mark e morto a Billund, nella Danimarca occidentale, nel 1958. I suoi erano poveri contadini dello Jutland e lui, che era il tredicesimo figlio (!) dovette fin da subito lavorare in fabbrica. Qui apprese il mestiere di falegname, dopoché fu emigrante all'estero, in Germania e poi in Norvegia. Appena fu in grado di racimolare un gruzzolo sufficiente, tornò in patria e aprì una falegnameria sua. Nel 1916 si sposò con la figlia di un casaro, Kristine Sorensen, che gli diede quattro figli ma che morì nel 1932 dopo aver dato alla luce l'ultimo. Nel 1924 i primi due figli, Gotfryd e Karl, erano cresciuti abbastanza da poter dare una mano nell'azienda familiare. Ma un brutto giorno, nel manipolare la colla a caldo, alcuni trucioli presero fuoco e in breve il rogo divenne ingovernabile. Fu persa anche la casa dei Kristiansen, adiacente al laboratorio. Già, tutto legno. COME GIOBBE Ole che fece? Come Giobbe, si inginocchiò. Dio ha dato, Dio ha tolto, sia benedetto il Suo nome. «Mi sono fermato un attimo per inginocchiarmi davanti a Dio. Ho ribadito la mia gratitudine all'Onnisciente, e questo mi ha dato la pace dello spirito». Così ricordò nelle sue memorie. Rialzatosi, anziché perdersi d'animo si diede a raccogliere prestiti, che gli furono tranquillamente concessi perché era nota la sua affidabilità. In capo a un anno l'azienda era più grande e «più bella che pria», per dirla con Petrolini, e in breve annoverò una quarantina di dipendenti. Con una piccola variante: Ole tutte le mattine, prima del lavoro, li riuniva e guidava la preghiera, avendoli dotati di un libro dei Salmi ciascuno. Le cose andarono bene fino alla Grande depressione, che nel 1929 dagli Usa si propagò in tutto l'Occidente economicamente interconnesso con l'America. Le dittature italiana e tedesca ne sarebbero uscite applicando le dottrine keynesiane, gli Usa intervenendo nella Seconda guerra mondiale. Intanto, i Kristiansen arrancavano fabbricando oggetti casalinghi e giocattoli. Ma erano fatti così bene (Ole all'ingresso del laboratorio aveva fatto scrivere: «Neppure il meglio è buono a sufficienza») che andavano a ruba. Specialmente i giocattoli, tra i quali spiccava la famosa paperella con le ruote che apriva e chiudeva il becco mentre i bambini la trascinavano con la cordicella. I Kristiansen decisero, infine, di concentrarsi sui giocattoli. Ole convocò i dipendenti e chiese loro di decidere, insieme a lui, il nome della nuova attività. Dalla consultazione uscì fuori LeGo, contrazione che in danese sta per «Leg Godt», «giocare bene». DAL LEGNO ALLA PLASTICA Durante un viaggio di osservazione in Inghilterra, il fondatore portò a casa una nuova idea: i mattoncini da costruzione. Era persuaso che i bambini fossero più creativi degli adulti e in questo non sbagliava: chi ha la mia età sa che un bambino può inventarsi giochi anche senza avere in mano niente, anche in una stanza completamente vuota. Ma i mattoncini da costruzione dei Kristiansen erano, ovviamente, di legno, e non avevano ancora la possibilità di incastrarsi l'uno con l'altro. L'idea gli venne durante una fiera, ascoltando le recriminazioni di uno standista: le muragliette costruite con i mattoncini avevano il difetto di crollare a ogni minima disattenzione. Venne la guerra e venne l'invasione tedesca. I Kristiansen non ebbero particolari noie, ma nel 1942 ecco di nuovo il fuoco. Tutto andò in fumo un'altra volta e un'altra volta Ole dovette ricominciare da capo. Ma ormai la ditta Lego era così rinomata che non ebbe necessità di particolari sacrifici per tornare in - è il caso di dirlo - gioco. Fu nel 1947 che avvenne la svolta definitiva. L'invenzione della plastica. Ole comprese subito le potenzialità del nuovo materiale e decise di riconvertire tutto il processo di produzione. Non più giocattoli assortiti ma solo mattoncini di plastica, incastrabili grazie a cilindretti e buchi corrispondenti. Era nata la Lego, quella che tutti conosciamo. Una delle aziende di giochi più famose del mondo. La versione finale dei mattoncini, nella forma e col materiale che tutti conosciamo, fu brevettata nel 1958. Ole Kirk Kristiansen morì nello stesso anno, ma ebbe la soddisfazione di vederla. Dieci anni dopo a Billund sorse il primo parco Legoland del mondo, dove i maggiori monumenti del pianeta sono ricostruiti coi famosi blocchetti e dove milioni di turisti, grandi e piccoli, vanno ogni anno. SETTE PARCHI Oggi di questi parchi ne esistono altri sette, in California, Florida, New York, Dubai, eccetera. Il primo riconoscimento extra Danimarca il fondatore lo ebbe in Italia, a Roma, dove nel 2002 il parco comunale di Silva Candida è stato intitolato a Ole Kirk Kristiansen. La Lego è oggi presente in centotrenta Paesi e nel 2000 il suo mattoncino è stato proclamato «giocattolo del secolo». Quel tredicesimo figlio di poveri contadini, che riponevano in Dio ogni loro speranza, dimostrò che davvero un figlio è un investimento. Un Dio creatore che ama creare (sennò non si spiega, per esempio, l'esistenza di coloratissime orchidee al centro dell'Amazzonia, dove crescono da millenni senza che nessuno possa vederle) di certo gioisce come un padre a cui nasce un erede: un nuovo figlio è una nuova speranza. Nei secoli cristiani lo si sapeva bene, infatti sul tetto delle cattedrali ci sono spesso statue invisibili dal basso: i maestri medievali non costruivano per i turisti. Un giorno un amico, pur credente, mi chiese a che cosa servisse una Ferrari sulla via della salvezza. Neanche una rosa - risposi - serve a niente. Ma se Dio stesso ci ha circondati di cose inutili (le galassie, le libellule...), chi sono io per pontificare? Savonarola, grazie a ragionamenti analoghi, ridusse la capitale del Rinascimento in un luogo di «piagnoni», coi suoi «falò della vanità» che mandarono in cenere capolavori. È vero, oggi la Lego, come la Disney, subisce il contagio woke. Eh, i fondatori sono morti. A proposito di investimenti: Céline Dion è una tredicesima, e fu un prete a convincere la madre a tenerla. E poi Andrea Bocelli, Cristiano Ronaldo, Justin Timberlake... Nota di BastaBugie: Manuela Antonacci nell'articolo seguente dal titolo "Adesso pure i Lego sono omofobi" racconta l'ultima follia woke. Ecco l'articolo completo pubblicato sul sito del Timone il 8 febbraio 2025: Il Museo della Scienza di Londra, in questi ultimi giorni, è oggetto di sbeffeggio sui social per aver organizzato un tour che promuove l'idea che i mattoncini Lego possano essere in qualche modo "omofobi" adducendo una motivazione che ha dell'incredibile... Tanto per incominciare, il tour si chiama Vedere le cose in modo queer (Seeing Queerly) e già il titolo è tutto un programma... ed è stato creato dal Gender e Sexuality Network del Museo della Scienza di Londra. Tra le tappe del percorso, nel museo, ce n'è una in cui i visitatori possono ammirare una vetrina con i mattoncini Lego, accanto a una guida che afferma che questi potrebbero rafforzare l'idea del binarismo dei sessi. Idea gravissima! Anzi idea violenta, nel mondo di oggi che arriva ad ignorare e a censurare il modo in cui l'umanità si è riprodotta nei millenni. Idea violenta e, dunque, violento, chi la diffonde. Ma in che modo l' "eresia" dell'esistenza dei due sessi biologici (che è bene ricordare, sono ancora "maschile" e "femminile"...) verrebbe incentivata dalla Lego? Per il fatto che, udite, udite, i mattoncini  presenterebbero una  parte superiore con i perni sporgenti che rappresenterebbe il "maschio" (del mattoncino?!?) ed una parte inferiore, con i fori per ricevere i perni che rappresenterebbe la "femmina". Dunque sarebbe una struttura "discriminatoria" perché ricorderebbe addirittura "l'accoppiamento" e ciò rafforzerebbe, secondo questa logica folle, l'idea delle relazioni come "eteronormative". Attendiamo solo, in quest'ottica delirante, a questo punto, che i Lego partoriscano... Sebbene la guida del tour sia stata pubblicata sul blog del museo più di due anni fa,  è diventata virale, solo ora, dopo che il Telegraph ha pubblicato un articolo sulla questione. «Questo è un esempio di applicazione del linguaggio eteronormativo ad argomenti non correlati al genere, al sesso e alla riproduzione. Illustra come l'eteronormatività (l'idea che l'eterosessualità e il binarismo di genere maschio/femmina siano la norma e tutto ciò che ne esce è insolito) plasmi il modo in cui parliamo di scienza, tecnologia e mondo in generale». È precisamente quanto si legge sul blog. La direttrice del webmagazine Sex Matters, Fiona McAnena, che si batte contro le follie woke, ha risposto alle accuse di discriminazione sessuale da parte del museo, affermando che «il percorso autoguidato del Museo della Scienza su tutto ciò che e "queer" è completamente folle e include alcune affermazioni assurde». «Quando visitano il Museo della Scienza - ha sottolineato - le persone si aspettano di essere informate, istruite e ispirate, non di vedersi imporre affermazioni dubbie radicate nell'ideologia di genere». Mentre, dal canto suo, Elon Musk ha twittato in risposta all'articolo del Telegraph che ha raccontato la vicenda, inviando un'emoji con la faccia di un clown. Una menzione a parte merita l'editore emerito del Daily Wire Ben Shapiro che ha deriso l'idea, scrivendo su X: «Aspettate che il Museo della Scienza scopra che gli

11 feb 2025 - 9 min
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La tregua di Gaza e una fregatura per Israele

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8057 [https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8057] LA TREGUA DI GAZA E' UNA FREGATURA PER ISRAELE di Rino Cammilleri   Reagan, presidente Usa, così ebbe a dire: "Potevamo asfaltare il Vietnam e dipingerci le strisce di parcheggio sopra". Infatti, gli americani persero quella guerra per colpa della propaganda interna, non certo per motivi bellici. Chi fossero i veri villains della situazione si vide nel successivo proliferare dei c.d. boat people, vietnamiti che preferivano affrontare i pirati e l'oceano su bagnarole pur di sfuggire ai "liberatori" comunisti. Cinquantamila soldati americani tornarono nelle bare, ma secondo la propaganda di sinistra - cioè, Hollywood, nani&ballerine - i genocidi al napalm erano loro e non i viet & khmer. C'era dietro lo zampino del famoso Dipartimento D del Kgb? Non si sa, certo. Ma il metodo d'indagine detto quis juvat? non permette di escluderlo. L'ATTACCO DI HAMAS E LA PROPAGANDA OCCIDENTALE Ebbene, lo stesso schema si può applicare all'attuale problema mediorientale. Riassumiamo. Per far saltare i c.d. Accordi di Abramo gli autoeletti capi del palestinesi, cioè Hamas, un 7 ottobre (c'entra niente Lepanto?) lanciarono un attacco proditorio contro la popolazione israeliana, trucidando sulle 1500 persone, compresi donne, vecchi, bambini e malati. Andarono via portandosi dietro centinaia di ostaggi, anche neonati. Sapendo che la reazione israeliana sarebbe stata furibonda, gli eroici guerrieri islamici piazzarono arsenali, basi e logistica in luoghi come ospedali, scuole, case private. Epperò la propaganda in Occidente si scatenò subito contro la risposta israeliana, accusandola di genocidio. E dire che in Occidente sappiamo bene che l'abitudine di lanciare autobus e camion sulla folla dei mercatini, di mitragliare chi balla in discoteca, di accoltellare passanti a caso non è affatto ebraica. Eppure la propaganda è riuscita a far passare per genocida un popolo che il genocidio, e in grande stile, l'ha subito. A questo è servito riempire l'Occidente di musulmani? Chissà. Il fatto è che, pressati dalle loro opinioni pubbliche così plagiate, i governi occidentali, tutti, hanno pressato a loro volta quello israeliano, costringendolo a un cessate-il-fuoco che di fatto è un calabraghe. Li credevo più furbi, gli israeliani, invece hanno puntato tutto sulle armi e niente sulla propaganda. Ed ecco il risultato. Galere aperte e centinaia di ergastolani (Israele non ha la pena di morte, non così i vicini) che andranno a rimpinguare i ranghi decimati di Hamas. Centinaia di camion di aiuti che faranno la stessa fine. Hamas ha, così, agio di riorganizzarsi in ogni senso. In cambio? Sette ostaggi liberati. Sette, con promessa di altri -quelli ancora vivi- ma col contagocce. Anche il famoso leader Sinwar, quello la cui moglie esibiva borse da migliaia di dollari, era stato scambiato in tal modo. Ed era divenuto la mente del 7 ottobre. E ora suo fratello ne ha preso il posto. Date queste premesse, il conflitto da quelle parti non finirà mai. Mai. LA PROPAGANDA E LE SUE CONSEGUENZE I governi occidentali, essendo democratici, campano di voti. Poi c'è da mettere in conto le elezioni presidenziali americane, che cadono troppo presto. Con tutto ciò, dunque, come trascurare il fattore propaganda? "Secondo dati locali" è il mantra dei tiggì occidentali. Cioè, secondo quel che riferisce Hamas, che controlla anche il c.d. Ministero della Salute palestinese. Chi si ricorda più del filmato, beotamente trasmesso e ritrasmesso da tutti i tiggì, di quel povero padre palestinese che disperatamente faceva cenno di non sparare su di lui e il figlioletto? Poi si scoprì che erano attori, ma i c.d. giornalisti occidentali si guardarono bene dall'ammettere di essere stati infinocchiati. E l'opinione pubblica occidentale rimase persuasa che i villains erano sempre i soliti. La foto di Jane Fonda con l'elmetto ripresa accanto a una postazione contraerea vietcong fa il paio con lo slogan dei soliti giornalisti (di parte o semplicemente cretini) che, dopo la fuga americana crearono lo slogan del "mito dell'invincibilità vietnamita". Che crollò pochi mesi dopo sotto i carri armati cinesi. Ma è la democrazia, bellezza! I cui meccanismi i terroristi islamici dimostrano di conoscere molto meglio. Sempre per un pugno di voti Biden, dopo miliardi di dollari e molti marines morti in vent'anni, ha riconsegnato pari pari l'Afghanistan ai talebani. Vi risulta che qualche anchorman glielo abbia rinfacciato? No, infatti, perché nani&ballerine stanno tutti da una sola parte. E adesso già affilano le armi per una guerra senza quartiere a Trump. Il quale, tra le altre cose, è stato il presidente che ha portato l'ambasciata americana a Gerusalemme. Le ambasciate, lo ricordo, stanno nella capitale. E per Israele la vera capitale non è Tel Aviv ma Gerusalemme. Trump, insomma, è anche "amico di Israele", dunque...

29 ene 2025 - 6 min
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Sciopero meccanismo infernale che i sinistri usano per il potere

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8018 [https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8018] SCIOPERO, MECCANISMO INFERNALE CHE I SINISTRI USANO PER IL POTERE di Rino Cammilleri   Sciopero del 13 dicembre, Santa Lucia. Ennesimo scacco a Salvini. Il ministro precetta i trasporti, il solito Tar del Lazio annulla, i lavoratori più privilegiati d'Italia mandano in tilt il Paese, naturalmente sempre di venerdì per fare più danno. Morale complessiva: è praticamente inutile votare, per un popolo, se i comunisti (scusate se li chiamo col loro vero nome) hanno da tempo provveduto a infiltrare gente loro negli ingranaggi dello Stato. I politici vanno e vengono, i funzionari e i magistrati no, restano al loro posto chiunque sia al governo. Non devono fare equilibrismi perché sotto ai riflettori, non devono cercare in tutti i modi di farsi rieleggere per poter portare avanti progetti di ampio respiro e lunga durata. No, funzionari e magistrati durano tutta la loro vita, pronti ad agevolare quando al comando c'è la loro fazione o a sabotare quando c'è l'altra. E la strategia dei comunisti (scusate se li chiamo col loro vero nome) è sempre la stessa: o comandano loro o sfasciano tutto. Lenin, infatti, ha elaborato non tanto il marxismo, quanto un metodo infallibile per prendere il potere e tenerselo. E Gramsci ha genialmente aggiunto i nani e le ballerine. Ora, uno potrebbe dire: vabbè, lasciamoli comandare visto che ci tengono tanto, così almeno avremo la pace per le strade, anche ferrate. Il problema è che spasimano per comandare, sì, ma poi l'unica cosa che sanno fare è trasformare il Paese in un campo di concentramento in cui chi non obbedisce (a loro) non mangia. E mangia poco, perché quel poco che rimane, dopo breve tempo di (loro) comando, se lo pigliano tutto loro e quelli cha hanno fiutato il nuovo corso. Che poi è più vecchio del cucco, ma a quanto pare conserva la sua geniale efficacia, infatti ha conquistato perfino l'America. Voi direte: ci penserà l'islam a sistemarli come meritano. Sì, perché avete visto le statistiche e appreso che le donne occidentali fanno 1,4 figli, mentre le musulmane ne fanno 3,5 a testa. E avete letto che a ogni censimento i musulmani in Europa raddoppiano. Ma riflettiamo: c'è molta differenza tra il campo di concentramento islamico e quello comunista? Non sono totalitari entrambi? Non obbligano a vestire, parlare, pensare, mangiare come dicono i capi? Femminismo e gayismo? Strumentali al sabotaggio, se ne può fare benissimo a meno. Infatti, ai comunisti non costerà niente recitare la shahada e diventare musulmani, l'importante è comandare. Poi, gramscianamente, ci penseranno i loro nani&ballerine a convincere il popolo che velarsi, farsi crescere la barba, circoncidersi, infibularsi, scannare agnelli è sano&bello. Guardate le bandiere palestinesi nelle manifestazioni con falce&martello. E chi è che preme per l'"accoglienza" indiscriminata? Eh, se fossi Satanasso non avrei saputo escogitare di meglio. Esagero? No, mi ricordo dell'urlo letteralmente infernale e corale che si levò dai banchi dell'opposizione quando Salvini sfoderò in aula il Rosario. Prepariamoci, perché non ci sarà Opzione Benedetto che tenga. Verranno a stanarci. Qualcuno di voi obbietterà che ai cortei "contro il genocidio" ci va tanta gente in buona fede. Eh, secondo un antico detto di origine medievale, "lo stupido è il cavallo del diavolo".

17 dic 2024 - 3 min
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La suora in purgatorio che ha lasciato la sua impronta

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8006 [https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8006] LA SUORA IN PURGATORIO CHE HA LASCIATO LA SUA IMPRONTA di Rino Cammilleri   L'attivissimo don Marcello Stanzione qualche anno fa su Aleteia.org portò alla luce un caso singolare riguardante una mano impressa soprannaturalmente a fuoco su una porta, fatto appurato da un'inchiesta vescovile e ancora visibile nel convento delle terziarie francescane di Foligno. La protagonista era una suora corsa, Maria Gesta, nata a Bastia nel 1797 e figlia di Domenico, un facoltoso commerciante. Già da bambina ebbe problemi: una spina di pesce che le si era conficcata nell'unghia quasi la invalidò (la ferita ci mise anni a guarire), costringendola a usare per sempre l'altra mano, la sinistra. Giunta all'età giusta il padre la fidanzò a un bravo giovine, cosa che lei accettò per obbedienza pur se già si sentiva attratta dal chiostro. Ma a un passo dalle nozze sopravvenne un male inguaribile che la ridusse in fin di vita. Tumore, dissero i medici. Sul petto. Però la medicina dell'epoca non brillava né per diagnosi che per rimedi, tanto che si pensò seriamente a un trapianto di pelle dopo l'asportazione. Per fortuna non ce ne fu bisogno: non erano riusciti ad aver ragione di una semplice lisca di pesce, figurarsi che cosa avrebbero combinato con quel tumore esterno. Chi fa da sé fa per tre, e Maria si rivolse direttamente in alto. Una notte che il male non la faceva dormire fece voto alla Vergine: se fosse guarita si sarebbe consacrata in religione. L'indomani si svegliò completamente sana e subito mantenne. Due nobili umbri: Filippo e Stefano Bernabò, esiliati in Corsica per non avere voluto giurare fedeltà a Napoleone, le trovarono il posto: il convento delle terziarie francescane di Sant'Anna a Foligno. Così, nel 1825 la Nostra divenne suor Teresa Margherita e subito prese il nuovo ruolo con la massima serietà. Espletava tutti i servizi più umili sempre col sorriso sulle labbra. Per sé sceglieva panni vecchi e rattoppati, vestendo di quel che le altre scartavano. Del suo corredo donò tutto alle consorelle, tenendo per sé lo strettissimo essenziale e prediligendo sempre le tele più ruvide e navigate. La sua cella rasentava lo squallido: dormiva su un saccone di paglia e non usava praticamente mobilio. Una così zelante non poteva non essere scelta per le varie cariche dopo aver espletato tutte le mansioni. Gli ultimi tre anni, dei trentatré trascorsi in convento, la videro addirittura come badessa. E fu in tale veste che morì. Il 4 novembre 1859, dopo la refezione a mensa, mentre scriveva una lettera al fratello fu colpita da apoplessia e stramazzò sul pavimento. La soccorsero quando si insospettirono per la sua assenza agli atti comuni. Cioè, troppo tardi. Morì la notte stessa e fu sepolta nel cimitero del convento. Ma è adesso che comincia il bello. LA VOCE DELLA MORTA Dopo tre giorni dalla morte, alcune suore dissero di aver sentito come dei lamenti provenire dalla cella della defunta. Lì per lì si pensò a fantasie di donne impressionabili. Ma suor Anna Felice Meneghini da Montefalco, che era una tosta, udì proprio la voce della morta, che conosceva bene avendola avuta come compagna in diversi incarichi. Proveniva dalla stanza dei guardaroba. E lei e suor Teresa Margherita, erano state insieme come guardarobiere per anni. Vi si diresse, frugò dovunque, aprì tutti gli armadi. Niente. D'un tratto la stanza si riempì di fumo e la voce si palesò ancora, lamentandosi. La suora, fattasi forza, chiese il perché di quei lamenti. La voce rispose che era per via della povertà se si trovava in Purgatorio. Quell'altra trasecolò: la defunta aveva vissuto quasi da misera, di cosa era incolpata? La voce chiarì che, sì, lei aveva amato la povertà ma, da badessa, non aveva vigilato affinché anche le altre la osservassero a puntino. Poi aggiunse che non l'avrebbe sentita mai più ma le avrebbe lasciato una prova della sua presenza. Ci fu come un gran colpo sulla porta e suor Anna Felice vide la sagoma della defunta uscire dalla stanza. Subito il fumo scomparse e accorse tutto il convento. Suor Maria Angelina Torelli e suor Maria Vittoria Vicchi dovettero sorreggere Suor Anna Felice, che era mezza tramortita. Tutte le suore avevano sentito la botta. Videro con sgomento che sulla porta si era formata l'impronta di una mano, come se fosse stata impressa a fuoco. Andarono a chiamare la badessa e anche lei costatò il segno. Intanto l'ora si era fatta tarda e, non sapendo che pesci prendere, la badessa comandò a tutte di andare a dormire. L'indomani si sarebbe visto che cosa fare. NULLA È IMPOSSIBILE DIO La più spaventata di tutte era colei che aveva assistito ai fenomeni, suor Anna Felice. Questa nella sua cella, prima di coricarsi si inginocchiò per recitare sette salmi espiatori per l'anima della consorella defunta. La notte stessa sognò suor Teresa Margherita tutta gioiosa. La quale la ringraziò per le preghiere che aveva recitato e che le avevano ridotto la pena in Purgatorio: doveva starci ancora un po’ per via della eccessiva indulgenza nei confronti delle suore al tempo della sua direzione, ma con qualche altra preghiera sarebbe stata finalmente ammessa alla visione beatifica. Qualche settimana dopo, suor Anna Felice, di notte mentre era a letto e recitava il Miserere, sentì la solita voce che la chiamava. Si rizzò a sedere e di colpo un globo di luce comparve nella sua cella illuminandola a giorno. La voce le disse che il venerdì seguente sarebbe finalmente uscita dal purgatorio, la ringraziò e si congedò per sempre perché mai più l'avrebbe sentita. La notizia di questi fatti non tardò a valicare le mura del convento e a interessare tutta la città. Il vescovo volle vederci chiaro e, sentita la badessa, ordinò un'inchiesta. Dopo i minuziosi accertamenti e gli interrogatori si procedette alla riesumazione del corpo della defunta. Fu divelta la porta con l'impronta e fu portata accosto alla bara: la mano della morta coincideva perfettamente con quella impressa nel legno. E non ci fu altro da aggiungere. Alcune notazioni. La morta a Suor Anna Felici aveva detto di essere stata condannata a quarant'anni di Purgatorio, poi ridotti a quindici grazie alle preghiere di intercessione. Ma c'è il tempo in Purgatorio? Ci sono gli anni? O è una metafora dell'anima purgante per farsi intendere? Altra cosa: una suora zelantissima c'era finita non per mancanze sue, ma per non aver vigilato con la necessita severità sullo zelo altrui, di cui era responsabile. In effetti, dice il Vangelo che "a chi molto è stato affidato, molto verrà chiesto". Vien da dire, come gli Apostoli: "ma allora chi potrà salvarsi?". Gesù rispose che ciò era impossibile agli uomini ma non a Dio. Ed è questa la nostra speranza. Mah, e poi dicono che l'inferno è vuoto...

10 dic 2024 - 7 min
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