Libri Per Il Successo - Crescita Personale da Strada
Podcast by Davide Mastrosimone
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96 jaksotEPISODIO 92- SUPERCOMMUNICATORS - CHARLES DUHIGG Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com/] COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/ [https://libriperilsuccesso.com/migliora/] Trascrizione del podcast Immagina di trovarti davanti a un problema, una situazione inaspettata qualcosa che ti ha disturbato, generato ansia, tristezza, inquietudine, chi chiami per parlarne? Pensaci un’attimo, quale persona tra tutte quelle che conosci è la prima che contatti al telefono o che vai a trovare per raccontaglielo. Bene, questa persona è un supercomunicatore. Che è anche il titolo del libro di oggi scritto da Charles Duhigg. cosa hanno di speciale queste persone? Che tipo di qualità possiedono, cosa fanno che puoi fare anche tu per diventare un comunicatore eccezionale. Benvenuto a Libri per il successo, crescita personale da strada un podcast di Davide Mastrosimone, Episodio 92 .mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com] e vi ricordo che se vi iscrivete alla newsletter vi arriva il corso di linguaggio del corpo che ho fatto e mi trovate anche su Instagram e per chiunque fosse interessato trovate il mio libro su Amazon Sette colpi di machete. Ora basta pubblicità per mi son rotto i coglioni pure io di farla. Il mio periodo impegnativo sembra essere giunto alla fine e ora ritrovo finalmente lo spazio che mi serve per produrre i podcast, grazie a tutti quelli che mi hanno scritto e che mi hanno aspettato. Questo è un episodio molto pratico. la maggior parte delle nozioni che vedremo potete immediatamente usarle nella vostra prossima conversazione. Anche oggi stesso Io lo so chi chiamo, e guardate la persona che chiamate non è necessariamente un genio o qualcuno di migliore di altri, tuttavia ha una particolarità, è in grado di capire, di ascoltare ma soprattutto di connettere con quello che gli stai dicendo. Vedete comunicare è connettersi con le persone, capirle, allinearsi alle emozioni di chi vi parla ed esiste un metodo una serie di accortezze per riuscire a farlo. Vi faccio un esempio. Sarà capitato a chiunque abbia una relazione, viene la vostra fidanzata e comincia a raccontarvi quello che le è successo a lavoro, e ve lo racconta in maniera lucida, fotografia con mille dettagli, al che il macho alfa con un sorriso arguto, apre la bocca e comincia a dirgli quello che dovrebbe fare, e lei si incazza come un demonio. Perchè? Voleva solo raccontartelo non che tu lo sistemassi, quindi la tua compagna ti racconta un problema perché ha la necessità di buttarlo fuori di essere ascoltata e tu vai a tirar fuori il tuo cazzo di cacciavite per aggiustarlo. Sbagliato, molto sbagliato. Cosa è successo? Che chi parla lo fa su un piano di frequenze precise e chi ascolta non le recepisce e risponde con frequenze di un piano diverso. Numero 1- capire che tipo di comunicazione sta avvenendo. Ne esistono solo tre, e un supercomunicatore capisce subito di quale si tratta, ed è in grado di rispondere con le frequenze corrette. Abbiamo le comunicazioni pratiche - dove chi parla sta cercando una soluzione, dove si sta prendendo una decisione, è un piano razionale, logico, chi va a prendere i bambini a scuola oggi? Come pensi che dovremmo gestire i prossimi 6 mesi della casa che stiamo costruendo? La persona che ti parla vuole essere aiutata. La seconda è la comunicazione emozionale, che tratta di come ci sentiamo, di come ci hanno fatto sentire, e di tutto quello che ha a che fare con le nostre emozioni, e qui chi parla vuole essere capito, in qualche modo abbracciato Infine le comunicazioni più tipiche e comuni, sono quelle sociali, gossip, pettegolezzi vari, le lamentele le critiche e chi più ne ha più ne metta. hai visto quel coglione come mi guardava? Sono conversazione per capire chi siamo agli occhi degli altri, riguardano sempre il contesto sociale. E in questo caso la persona vuole essere ascoltata Quindi abbiamo tre dimensioni, e nelle scuole americane riassumono questo in maniera fantastica, quando un piccolo bimbo si avvicina alla maestra lei gli chiede, se vuole essere aiutato, abbracciato o ascoltato Un supercomunicatore capisce perfettamente quello che vuole l’altra persona Provateci, usate questo modello, cercate di capire subito quale di queste tre conversazioni sta avvenendo davanti a voi. E guardate che in una conversazione possono coesistere tutte e tre, sta a voi adattarvi a quella che sta avvenendo in quel preciso istante Numero 2. Fate domande Un supercomunicatore fa dalle 10 alle 20 domande in più rispetto a chiunque altro, il potere di una conversazione ce l’ha chi fa domande non chi parla, questo è il segreto. Le domande inoltre ti permettono di capire e confermare la dimensione della conversazione e quello che desidera il tuo interlocutore, io ci ho messo un pò a capirlo Quante volte abbiamo fatto brutte figure davanti alle persone in momenti conviviali di socializzazione, perché parlavamo presto senza avere informazioni, senza aver fatto le domande giuste, dando opinioni che non ci erano state chieste, anni fa feci una figura di merda colossale, ero a una cena tra tante persone e si chiacchierava sulle modalità di incontro delle coppie in questo epoca, e la conclusione era che la maggior parte si conosceva online, Tinder e roba varia o a lavoro, e quindi cominciarono un pò tutti a parlare di quanto fosse difficile mantenere una relazione sul posto di lavoro e io dissi questa frase, non avete mai sentito il detto tieni il cazzo fuori dal palazzo, frase bruttisima, rimasero tutti pietrificati perché tre di quattro coppie che stavano a quella cena lavoravano insieme. Quindi non me ne uscii proprio come un supercomunicatore, avrei dovuto fare qualche domanda in più. fate delle domande, aperte, che non implichino una risposta si o no, o un dato, pensate a quanto è diverso mentre parli con qualcuno invece di chiedere dove sei andato all’università, a Bologna, cosa hai studiato, economia, la conversazione è bella e finita, prova a chiedere qual’è stato il momento più emozionante del tuo periodo universitario. Quando ti sei trasferito per studiare ti ricordi come ti sentivi i primi sei mesi, da solo in una città nuova, come lo hai vissuto? L’autore propone un esercizio, di chiedere quand’è l’ultima volta che hai pianto davanti a qualcuno? Pare che generi una connessione esplosiva. Se tu fai domande del genere tiri fuori dalle persone delle emozioni, dei ricordi, e ti colleghi, ma non basta fare domande, il passo successivo e riformulare quello che ti hanno detto con parole tue. Parafrasare Magari stai litigando con la tua fidanzata o fidanzato e ti sta spiegando qualcosa che sente che le da fastidio un buon modo di connettere e formulare il pensiero con le tue parole e chiedere conferma di aver capito, tu mi stai dicendo che ti senti solo nella coppia perché non ti aiuto abbastanza nella gestione dei bambini, giusto? Cosa posso fare o cosa vorresti che facessi per sollevarti da alcuni di questi pesi? Un esempio, e continua fino a che non vi capite, comunicare è capirsi, nient’altro, ma siamo cosi ossessionati a farci capire che ci dimentichiamo di capire gli altri, ed è solo capendo chi hai davanti che puoi aprire le porte di quella persona e permetterle subito dopo di capire te. Io lavoro nella vendita e ogni tanto in passato ho fornito servizi, dove qualche piccolo problemino poteva capitare, magari si fondeva un microfono o mille altre situazioni e i clienti spesso venivano da me che ovviamente ci mettevo la faccia molto nervosi e arrabbiati io ste situazioni le ho vissute ogni tanto, la mia tecnica era questa dato che lui o lei era estremamente incazzata allora io mi incazzavo ancora di più, mi venivano a dire guarda è successo guarda che errore, e allora io partivo dicendo, si è inaccettabile, non è possibile, ma guarda tu che roba ora vado li e metto tutti in riga comincio a far saltare qualche testa e via dicendo, mi incazzavo, ma per finta, io mi incazzo veramente poco, e a quel punto succedeva una cosa bizzarra che il cliente si addolciva, vedeva me incazzatissimo e mi diceva ma dai non è poi cosi importante, e io continuavo. Si addolciva perché mi ero allineato alla sua emozione, tu sei incazzato e mi incazzo anche io ma insieme te, siamo della stessa squadra, capisco il tuo sentimento e addirittura sto più incazzato io di te. Non funziona sempre ecco, però ogni tanto me ne sono uscito bene. Una altra tecnica è quella di rispondere con delle storie che possano essere compatibili con l’emozione che il tuo interlocutore sta vivendo. senza dire ti capisco, o anche a me è successo, puoi dire, sai quando avevo 23 anni mi è successa questa cosa, e racconti, mostri vulnerabilità ti apri Dunque, per riassumere Prima capiamo che conversazione sta avvenendo, sociale, emozionale, pratica, e ci allineiamo. Poi facciamo domande aperte, che cercano in qualche modo di far affiorare delle emozioni, dimostriamo all’interlocutore che abbiamo capito e la connessione avviene. Provare per credere, è un libro davvero utile, cambia tutto quando impari ad ascoltare e chiedere piuttosto che parlare e giudicare. Pensate ho recentemente visto un film, a me piace il cinema, mi piacciono le storie, oltre a leggere sono un grande consumatore di film, Mentre leggevo questo testo ho visto un film che si chiama TRAP, parla di uno psicopatico un serial killer che va a un concerto e il concerto stesso è una trappola per acciuffarlo, lui ovviamente lo capisce subito ma lo fa grazie alle sue doti di comunicazione, se vedete sto film e fate caso a come sto pazzo si approccia alle persone è incredibile, fa tutte le tecniche che vengono insegnate per creare un collegamento immediato. Le chiama per nome, le fa stare bene, fa le domande giuste, poi va bho le ammazza però so dettagli quelli, magari per completare e approfondire questo episodio andate a vedere il film prestando attenzione a come il protagonista parla alla gente che ha appena conosciuto. Imparate a comunicare, ad ascoltare a chiedere, avete il mondo come palestra, divertitevi allenatevi, se imparate a farlo passate su un piano completamente diverso, vi vedranno in modo diverso. Datevi da fare, se volete cambiare quello che vi succede fuori cambiate dentro, imparate qualcosa di nuovo, e comunicare può diventare la chiave del vostro progresso, iniziate subito a mettere in pratica queste piccole tecniche che abbiamo visto insieme e poi mi fate sapere. Un caro saluto e a presto
EPISODIO 91- LO ZEN E IL TIRO CON L'ARCO - EUGEN HERRIGEL Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com/] COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/ [https://libriperilsuccesso.com/migliora/] Im Dong-Hyun, è un atleta della corea sud, è stato per un periodo il numero 1 al mondo nella disciplina del tiro con l’arco. Ha partecipato a tre olimpiadi vincendo l’oro a squadre, e ha battuto diversi record. Durante le olimpiadi di Londra nel 2012 ha stabilito un record di 699 punti con 72 frecce. Non ho ben chiaro che cazzo significa in termini pratici ma pare essere un qualcosa di formidabile. Cosa rende questo arciere particolare? è praticamente cieco. E attenzione io ho detto olimpiadi non para-olimpiadi. Lui distingue i colori, soprattuto il giallo che è il colore che si trova al centro del bersaglio. Questo non riconosce i volti, vede delle forme, ma a 70 metri riesce a distinguere e percepire debolmente il colore giallo del centro. La domanda è la solita, come cazzo fa uno che è non vedente al 90% da un occhio e all’80% dall’altro a diventare per un periodo il numero uno al mondo nella disciplina del tiro con l’arco. Come cazzo fa? Come fai a non innamorarti di storie del genere. Questo è libri per il successo- crescita personale da strada, siamo all’appuntamento 91, sono tornato, dopo qualche mese di pausa. Questo episodio ha molto a che fare con il fatto che mi sia fermato e vi racconterò i motivi di questo blocco di questa assenza. Ero in volo da Shangai a Roma, e ho letto un piccolissimo libro di Eugen Herrigel, un tedesco, professore di filosofia, tra l’altro ha insegnato questa materia anche a Heidelberg. Si intitola lo zen e il tiro con l’arco. Oggi usiamo la parola ZEN in maniera insensata, credo che siamo immersi in una superficialità impressionante, uno sente una cosa, legge un titolo di giornale o vede un post o un reel su Instagram o Facebook e crede di avere tutte le informazioni necessarie per parlare di quell’argomento, l’ignorante sa molto, l’intelligente sa poco il saggio non sa niente, l’imbecille sa sempre tutto. la realtà è che nessuno sa un cazzo, ma tutti parlano di tutto, lo trovo drammatico. Fatto sta che sento spesso dire questa persona è molto zen, MA VAFFANCULO. Che vuol dire raggiungere lo Zen, come si pratica, come possiamo noi persone occidentali con una vita frenetica e molto simile a un criceto su una ruota che gira sempre sullo stesso posto, come possiamo applicarlo, e inserire nella nostra esistenza un metodo, un modello di pensiero di approccio nuovo, che possa poi estendersi e contagiare altre aree della nostra esistenza. Rimaniamo dove siamo, ma cambiamo il modo di vedere quello che ci circonda, questo è l’obiettivo di oggi. Prendiamo spunto dal libro lo zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel Il caro Eugen nel 1924, quindi un secolo fa, ebbe la possibilità di trasferirsi in Giappone per insegnare filosofia all’università imperiale di Sendai, e visto il suo grande interesse per il mondo e la cultura orientale e lo Zen decise nel tempo libero insieme a sua moglie di dedicarsi a questo e lo fece attraverso una delle discipline più mistiche del Giappone, il tiro con l’arco, una dottrina che in giapponese si chiama Kyudo. Ora dobbiamo comprendere che qui si parla di disciplina non di sport, in senso tradizionale, questa è un arte marziale, trascende dalla battaglia, un rito, non è mirata a una competizione al raggiungimento di un risultato, l’arciere prende di mira se stesso, è una questione di vita o morte, di crescita di evoluzione. E lo zen si può raggiungere affidandosi a dei maestri che ti accompagnano in attività come appunto il tiro con l’arco, ma ce anche la spada, o l’arte della disposizione dei fiori, ognuna di queste non ha un fine esteriore bensì interiore, ed è un mezzo per arrivare a raggiungere un distacco una coscienza e una consapevolezza che può successivamente diventare parte dell’identità della persona che si prende la briga di dedicare degli anni a un processo del genere. L’uomo occidentale davanti a questi concetti rimane di sasso, non capisce perché non dovrebbe esserci un risultato un premio un punto di arrivo, è un libro estremamente difficile da comprendere per una mente abituata ad arrivare da qualche parte. Vedete lessi da qualche parte una frase, l’uomo occidentale quando vede un fiore meraviglioso tende a raccoglierlo, quello orientale ad ammirarlo. un arte senz’arte, a un tiro che non è un tiro, e l’arciere diventa sia la freccia sia il bersaglio, il maestro diventa allievo, l’allievo diventa il maestro. Il principio la fine, la fine il principio. tutto si concentra in un unica essenza, è disorientante. Non si capisce un cazzo se lo leggi, lo capisci se lo fai. Alcuni principi nella vita si possono comprendere solo con l’esperienza. L’arco e la freccia sono dei mezzi, e di mezzi ce ne tanti e ognuno di noi può trovare il suo anche subito, deve essere qualunque cosa che non abbia un fine, ma che richieda un processo di apprendimento, un rituale. Delle ripetizione, fare tante volte la stessa cosa lo stesso processo fino a diventarne parte. Il libro racconta 6 anni di esercizi e di apprendimento di quest’arte. Personalmente mi ha permesso di sbloccarmi e tornare alle origini del mio progetto. Perché avevo sbagliato strada, sai anche se non te accorgi se sposti di un minimo la tua direzione in un viaggio lungo poi ti ritrovi parecchio fuori strada. Se un aereo si sposta di un grado in un viaggio di 10 mila chilometri può finire tranquillamente in un paese diverso da quello che era la sua destinazione, ma senza manco accorgersene. Ecco sono andato un pò alla deriva dopo la pubblicazione del libro 7 colpi di machete. Ho avuto un periodo mediatico, presentazioni firme dei libri foto, richieste di qui e di li, radio televisione…e sapete che sia è successo, che invece di dire, ecco finalmente 4 anni di lavoro sono arrivati a centrare il bersaglio, io ero quella freccia scagliata verso un punto e ora è il mio momento. Cosi mi hanno detto tutti quelli che avevo intorno, vai spingi prendi tutto. a me ha creato un effetto diverso, mi son sentito sballotato, snaturato e molto lontano da quello che era il mio reale obiettivo, e sapete qual era? Nessuno, questo è progetto che per me non richiede un punto di arrivo, è il mio tiro con l’arco e ha avuto degli effetti impressionanti sulla mia esistenza fare il podcast, e andare avanti per la direzione che stava prendendo il progetto significava trovarmi in un posto che non è il mio. Per tanto invece di battere il ferro finché era caldo di approfittare quell’onda, mi sono fermato, mi sono rifugiato dei mesi a riflettere e poi come spesso capita mi trovo in mano un libro che prende le vesti di un messaggero mi fa capire quello che sta succedendo. Ora posso tornare a dedicarmi al processo, che è quello che voglio. Rimanere uno studente. Herrigel viene accettato da uno dei maestri più famosi del Giappone Kenzo Awa. O ava, o che cazzo ne so io come si pronuncia. Dunque l’arco giapponese è un bel dito in culo, perché è lungo circa due metri, e se tirato al massimo richiede una forza e una tecnica molto precisa per tenerlo in mano, tra l’altro viene sostenuto sopra la testa non è come il tiro che vedete solitamente dove l’arco quando scocca la sua freccia viene tenuto all’altezza delle spalle nella dottrina del Kyudo si tiene in alto l’arco ecco perché è cosi importante imparare a tenderlo nel modo giusto, altrimenti diventa uno sforzo insostenibile. Richiede una serie di accorgimenti per arrivare a un punto dove si utilizza senza sforzo, se ti stai sforzando non sei sulla strada giusta, va fatto con la massima naturalità, il maestro dice- diventa come l’acqua che adeguandosi a tutto, a tutto è adatta. Questa frase mi ha colpito particolarmente, adeguati a tutto e tutto diventa adatto a te. La dottrina del tiro con l’arco la domini quando il tiro diventa un non tiro, quando arrivi a scoccare la freccia senza pensarci, senza nessun tipo di sforzo ne tanto mento pensando all’esecuzione o al bersaglio, diventa un atto totalmente naturale. Il libro racconta gli stenti i sacrifici la difficoltà di arrivare a un certo livello nella dottrina, durante la lettura si estrapolano tantissimi messaggi tante lezioni ed eccone alcune. un giorno l’allievo scocca un tiro semi perfetto, respirazione, precisione naturalità, e il maestro gli dice due cose che ho ritrovato spesso nella mia vita nel mio percorso, la prima è quella di non esaltarsi ne di credere di essere diventato bravo quando vivi un successo ma al tempo stesso non sentiti una merda se vivi una sconfitta, sei sempre la stessa persona quello che conta è il processo che metti in atto, e successivamente gli dice se devi percorrere 100 miglia, quando arrivi a 90 miglia sei a metà. E questo è un dato di fatto, l’ultimo scalino di qualunque attività quello che ti porta alla perfezione all’arte senza’arte al tiro senza tirare richiede esattamente lo stesso livello di tempo e sforzo che tutto quello che hai fatto fino a quel momento. Arrivato a 90 Sei solo a metà. Un’ulteriore lezione è l’importanza di un rituale di connessione prima della vostra attività, può essere preparare il materiale pulirlo e tenerlo pronto, se dovete scrivere per esempio sistemare la scrivania lasciare solo lo stretto necessario, prepararvi un bel caff e poi mettervi sotto, un rituale preparatorio all’azione. Che vi connetti con quello che state per fare, un modo di entrare nelle giuste frequenze, una meditazione pratica. Un pò di respiro prima di partire. Ma per quanto mi riguarda la lezione più cruciale di questo libro è il totale distaccamento dal risultato finale, per me è miracoloso quello che succede quando vivi senza l’ansia del risultato. e vi propongo un esercizio. Trovate un attivista dissociata da un risultato, sceglietela voi, quando parlo di risultato intendo un obiettivo finale, devo perdere chili devo guadagnare soldi devo devo devo, no processo, perché se l’esecuzione del processo è corretta la freccia arriva al bersaglio, o meglio il bersaglio arriva alla freccia. puoi imparare a suonare il violono, a curare dei bonsai, a imparare a fare l’uncinetto, qualunque cosa che ti permetta di partire da zero, di imparare e perfezionare un processo senza l’ansia del risultato dei tempi ne pressioni di nessun tipo, magari affidando a un maestro un insegnante o anche da soli, l’importante è trovare in una vita cosi frenetica e devota al risultato all’immagine estetica e materialistica al conto in banca alla posizione trovare qualcosa che trascenda tutto questo e vi insegni sulla pelle come potete ottenere un cambiamento iniziando a fare qualcosa senza la necessità di arrivare da nessuna parte. Non sottovalutatelo. E quando vi dico che il podcast ha significato questo per me ho un motivo pensate che negli ultimi mesi oltre a questo blocco che ha chiuso un ciclo con il libro e mi ha richiesto del tempo per ossigenarmi ho avuto un trasloco internazionale e un cambio di lavoro, di carriera, due eventi estremamente importanti e sapete cosa è successo, nulla, entrambi sono state freccie o bersagli che sono arrivati in maniera naturale senza sforzo ne resistenze o attriti, vi assicuro che 4 anni fa senza avere questa esperienza del processo del podcast io avrei vissuto questi eventi in maniera molto più traumatica, ansiosa, nervosa, distruttiva, e il distacco dal risultato che ormai è parte della mia identità ha contagiato anche le altre aree della mia vita. Per quello vi consiglio di trovare qualcosa pre 2-3-4 anni che portate avanti in silenzio in maniera discreta personale intima, e che vi porti a prefazionare un arte senza la necessità di ottener e qualcosa, e quello che accadrà è proprio il contrario otterremo tutto, un metodo un modello e una sicurezza in voi stessi Vedete quando un uccellino si appoggia a un ramo non ha paura che il ramo si spezzi, lo diceva un famoso psicologo spagnolo, l’uccellino fa affidamento sulle sue ali, non sul ramo, noi invece facciamo il contrario pensiamo costantemente al ramo, Oddio se si rompe oddio cosa farà non posso spostarmi perché ora pare che regga e ci dimentichiamo completamente di avere delle ali, lasciamo passare opportunità per la para di cadere, non cambiamo situazioni drammatiche che viviamo a livello personale o professionale, per quello è fondamentale ritrovare quella connessione con le ali, col distaccamento dal risultato ma con l’immersione nel processo che ci permette di spostarci da un ramo all’altro facendo affidamento su noi stessi e non sulla stabilità del ramo, è arrivato il momento di spiccare il volo. Grazie MUSICA: 'Helios' by Scott Buckley - released under CC-BY 4.0. www.scottbuckley.com.au [http://www.scottbuckley.com.au/]
EPISODIO 90- 7 COLPI DI MACHETE -DAVIDE MASTROSIMONE Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com/] COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/ [https://libriperilsuccesso.com/migliora/] TRASCRIZIONE PODCAST Un pò di tempo fa lessi una storia che mi fece pensare molto. Durante un incontro tra intellettuali in Inghilterra fecero una domanda, che libro ti porteresti su un isola deserta? Erano presenti delle menti brillanti e cominciarono a rispondere. Alcuni citarono libro molto densi, lunghi da leggere, classici tipo Moby Dick, Guerra e Pace. La maggior parte disse la bibbia, un paio di persone con uno spiccato senso dell’umorismo risposero Robinson Crusoe Ma poi venne il turno di G.K. Chesterton, un famoso scrittore britannico, molto religioso, e tutti si aspettavano anche da lui la stessa risposta, la bibbia, ma ne arrivò un altra E fu questa- Thomas’s Guide to practical ship building. La guida di Thomas per costruire una barca Questo è un vecchio libro, nella prima parte spiega con estrema praticità e dettaglio come costruire gli utensili che servono per fare una barca, usando materie prime solitamente presenti nelle isole, legno, pietre, radici, liane, erbacce varie intrecciate, quindi innanzitutto ti fornisce gli strumenti per costruire, successivamente si concentra su come creare una barchetta, ovvio che non puoi fare un galeone ma una zattera o qualcosa di simile. L’ultima parte del libro spiega come navigare in mare aperto orientandosi con le stelle. Ora, perché vi racconto questo, è una metafora molto importante per me, mi da la possibilità di spiegarvi perché ho scritto un libro e perché ho scritto questo libro. La maggior parte delle persone, seguendo la storia che vi ho raccontato, sceglieva libri lunghi, cercava una distrazione, tu leggi guerra e pace e poi una volta che lo hai finito cosa fai, lo rileggi, ma poi ti rompi i coglioni, ti annoi Se invece scegli la bibbia, puoi pregare, puoi affinare la tua parte spiritual e religiosa, ma tendenzialmente quello che stai facendo è aspettare un intervento divino, una provvidenza, un qualcosa che viene da fuori e ti salvi In questi due casi abbiamo un gruppo di persone che cerca distrazioni, e un altro gruppo che aspetta che qualcosa succeda. A parer mio questi due gruppi hanno possibilità minime di salvarsi sull’isola. Se ti distrai il tempo passa e prima o poi muori di stenti, se preghi che qualcosa succede magari si passa una nave da lontano, possibile ma improbabile. Invece la risposta di Chesterton è qualcosa di completamente rivoluzionario. Se tu hai quel libro il tempo che passi sull’isola lo usi in modo diverso rispetto agli gruppi, hai un obiettivo, hai una speranza, hai una missione e gli strumenti per portala a termine. Potrà andarti bene o male, ma ci stai provando Penso che quando sorga il sole, questi tre gruppi si svegliano in maniera molto diversa tra loro. il libro al quale ho lavorato per diverso tempo è arrivato alla sua conclusione Siamo all’episodio 90 di libri per il successo, un podcast di Davide Mastrosimone, mi trovate come sempre sul sito www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com] Oggi voglio solamente informarvi dell’uscita del mio libro Si intitola- 7 colpi di Machete. Editore Trefgolie Non sono uno scrittore, ma da 4 anni scrivo i testi dei miei podcast con in mente una sola cosa, chi ascolta. Quindi tendo sempre a essere minimalista, essenziale, colorito, anche perché non voglio annoiarvi. E non voglio annoiarmi. È stato un lavoro molto estenuante, difficile, duro, e ammetto che oggi non provo entusiasmo ma liberazione, non ho goduto nel farlo ma ho provato dolore, stanchezza, difficoltà, è stata una salita. Sono abituato col podcast ed essere minimalista, breve, a fare un movimento muscolare di chiusura di riduzione mentre fare un libro era il movimento contrario, aprirsi, scavare, elaborare, e non ero affatto preparato. Ho provato metaforicamente a scrivere un testo simile a quello scelto da Chesterton. Perché tutti noi viviamo in una nostra isola deserta, e molti si sentono persi e finiscono per distrarsi o per aspettare che qualcosa succeda. Bene io voglio darvi gli strumenti per costruire la vostra zattera e provare a lasciare l’isola e navigare I sette colpi di machete sono questo, un viaggio verso l’interno, un cambio di identità, un metodo che vi porta ad alzarvi lai mattina e costruire la vostra zattera È un libro molto piccolo, ma stimo che applicare il metodo che propongo richieda di 3-5 anni di impegno. Ce da andare a cambiare le fondamenta della nostra esistenza. Il podcast è per gli ascoltatori, ma il lavoro che ce dietro è per me, ed è l’attività di meditazione più profonda che abbia mai fatto, è un processo spirituale, mi toglie un pezzettino di me ogni episodio, e lo sostituisce con un pezzettino nuovo, ma non subito serve del tempo. Mi ha completamente cambiato l’identità farlo e di conseguenza è cambiata la mia realtà. Ad oggi vivo dove voglio, faccio quello che voglio e sto con le persone che voglio. E ci son riuscito applicando quello che troverete nel libro, ma voglio essere molto chiaro e trasparente, è stato un processo doloroso, lungo, e molto difficile, e lo sarà anche per chiunque decida di costruire la zattera. Non entro nel dettaglio di quello che ho scritto oggi, è stato per me molto difficile rileggerlo, come mi succede coi podcast una volta fatto non voglio risentirlo più, è come se non fosse più mio. 7 COLPI DI MACHETE è un viaggio personale e interiore, i principi che servono per farci spazio nella vita sono pochi e sono semplici, ma applicarli è terribilmente difficile, se lo fai qualcosa ti succede per forza. Il libro oggi si può pre-ordinare, se andate in libreria e vi fate una passeggiate vi arriva prima che su Amazon, qualche giorno prima, e poi almeno prendete un pò d’aria quindi andate dal vostro libraio di fiducia a ordinarlo se siete interessati, altrimenti ce sempre il caro Amazon, ma sapete qual’ la differenza, la stessa del libro, io non voglio che ve lo portino, ma che ve lo andate a prendere e iniziate da questo piccolo gesto di uscire di casa e andarci voi. Vi do due date sarò a Bologna il 15 giugno al web marketing festival a presentare il libro e poi a Milano il 26 giugno e vi farò sapere dove e quando al più presto, spero tantissimo di conoscere qualche ascoltatore del podcast, inoltre farò un evento online dove vi inviterò tutti per farci una chiacchierata insieme in merito al libro 7 colpi di machete, editore TreFoglie, vi saluto con la speranza che vi possa dare gli strumenti per imbarcarvi nel vostro viaggio personale. Con me lo ha fatto Grazie
EPISODIO 89- IN CRESCITA - LUCA SADURNY Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/ SITO: www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com] COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/ [https://libriperilsuccesso.com/migliora/] Trascrizione del podcast Ero in Polonia durante i tempi dell’università, che ho svolto a Varsavia, non chiedetemi perché, non saprei rispondere, ma li piantai il mio seme. Una sera un caro amico toscano mi diede una chiavetta usb, al suo interno cerano circa 200 libri in pdf di psicologia, di linguaggio del corpo, di vendita, di gestione del tempo, di gestione delle emozioni e chi più ne ha più ne metta, e lui mi disse, qui trovi le tecniche, cosi le chiamava. In quel periodo io delle tecniche me ne sbattevo le palle, pensavo solo a divertirmi. Ma un giorno, dato che fuori cerano meno 15 gradi, mi misi al pc e cominciai a sfogliare questi pdf e ne rimasi folgorato, avevo 21 anni. Iniziai a girovagare per questi testi senza una bussola e leggevo un pò di uno e un pò di un altro fino a rendermi conto che quello era un vero e proprio tesoro, vi parlo di 20 anni fa, il mondo era un pò diverso, non erano così accessibili quelle informazioni oggi ce un boom, sono veramente troppe. Al che sfruttai alcune di quelle tecniche, mi ricordo benissimo che andavamo in giro io e Giorgio, questo caro amico, a provare le tecniche tratte dai libri, studiavi qualcosa e la mettevi in pratica, se poi aggiungiamo il fatto che ero pressoché sempre mezzo ubriaco e privo di ogni tipo di blocco emotivo, imparai tantissimo Ho perso quell’USB, ma fu una vera e propria manna dal cielo per me. E allora oggi scopriamo un testo che può prendere il posto della mia famosa chiavetta e dare a chiunque abbia voglia di cominciare un percorso, un punto di partenza, una piattaforma che include un grande numero di argomenti spiegati in maniera precisa, schematica, citando le fonti, cosa che pochi fanno, e che permette a chiunque di avere una specie di opera omnia che includa la maggior parte degli argomenti che entrano nella categoria della crescita e del miglioramento personale, ma il libro serve anche tanto a chi come me vuole costantemente trovare spunti, e idee nuove per esplorare argomenti e come detto tecniche Il libro è stato scritto da Luca Sadurny. Luca ha un blog e un podcast che parla di crescita personale, e luca ha letto centinaia di libri, come me. Mi sento molto in sintonia con lui, spesso parliamo ed è nata una bella amicizia. Ora trovo estremamente importante trasmettere che se tu oggi cominci e leggi un quantitativo enorme di libri su questi argomenti, qualcosa ti succede per forza, è successo a Luca che ha sfornato questo libro intitolato IN CRESCITA, 52 appuntamenti per diventare la miglior versione di te, siamo all’episodio 89 di Libri per il successo, un podcast di Davide Mastrosimone, mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com] Due cose che mi piacciono già solo dal titolo e dal sottotitolo che vi possono far capire che luca ha acquisito una certa consapevolezza di quello che ha scritto e quello che cerca di trasmettere. Innanzi tutto il titolo è qualcosa che è in movimento, in crescita, è un moto continuo, non ha una fine, è un processo, è un percorso, non arrivi mai. E la seconda sta nel sottotitolo e nella struttura del libro, Luca propone 52 settimane per leggerlo, un capitolo a settimana, quindi nessuna formula magica nessuna pillola miracolosa, solo per iniziare il percorso e affrontare i vari argomenti per poi andare a comprendere e decidere quale approfondire l’autore propone almeno un anno di lavoro. Sti cazzi. Dunque ho scelto alcuni dei 52 capitoli di Luca che mi hanno colpito particolarmente e condivido alcuni spunti con voi Ci sta un ascoltatore Alberto si chiama, a lui piace quando faccio il francese me lo scrive sempre quindi dedichiamoglielo Numero 1 Iniziamo dal capitolo dove viene spiegato con intelligente semplicità il concetto di Ikigai, questa parola giapponese ormai sulla bocca di tutti, cosa vuol dire? Iki significa vivere, gai ragione, la ragione della tua vita, lo scopo della tua vita, perché ti alzi la mattina, ognuno di noi secondo i giapponesi ha un ikigai, ma come si fa a trovarlo? L’ikigai si trova all’incrocio di 4 aree fondamentali, e l’esercizio è il seguente, prendete un quaderno e scrivete con estrema precisione e onestà * Cosa ti piace fare? * Cosa sei bravo a fare? * Di cosa hanno bisogno le persone? * Per cosa sarebbero disposte a pagarti? Sono domande molto profonde, cosa ci piace spesso non coincide con cosa sappiamo fare, e ancora più difficili sarebbe che coincidesse con quello che la gente ha bisogno e che è pure disposta a pagartelo, eccolo ho fatto quattro grossi cerchi, dentro ci ho messo delle liste, cosa mi piace fare, fare il podcast, vendere, fare un cazzo, si l ho scritto mi piace, mi piace tantissimo, sono onesto a me piace fare un cazzo, l’ozio è importante per la creatività ( uso sta scusa di solito) però difficilmente il mondo ha bisogno di quello ne me lo pagherebbero Fatto sta che l’IKIGAI lo trovi quando una di queste azioni sta nei 4 cerchi La vendita per quanto mi riguarda fa convergere i 4 cerchi, mi piace, lo so fare, la gente ne ha bisogno se no mica comprerebbero quello che faccio e son disposti a pagarmi, ecco col podcast ancora mi manca un pò, pero mi piacerebbe Per esempio Luca è il fondatore di un azienda che si chiama mosalingua. Lui da sempre adorava le lingue, ne parla diverse, era pure bravo a impararle e ha capito che insegnarle poteva avere un pubblico di persone disposte a uno scambio per imparare, e nel suo caso ha trovato anche lui un attività che sta nei 4 cerchi È un esercizio molto importante perché se trovi quelle due o tre attività che fanno convergere i 4 cerchi, non ti rimane da chiederti -che stai aspettando a farlo Nel libro di luca in 4 pagine spiega quello che i soliti libri di crescita personale infilano in duecento pagine Provate a trovare il vostro ikigai, è un esercizio meraviglioso Un altro capitolo del libro che ho trovato stimolante riguarda la forza di volontà, come allenarla e gestirla. Perché è come un muscolo, ma come tutti i muscoli se viene stimolato troppo tende a stancarsi. Per tanto ci sono alcune accortezze e strategie per gestirla al meglio. Ce un interessante studio che cita il libro, e mi ci sono completamente identificato in questo periodo molto intenso della mia vita, tanti cambiamenti, tante decisioni da prendere, e tanta stanchezza sia mentale che fisica, perché prendere decisioni stanca ed esaurisce la forza di volontà e questo ritardo che ho nel podcast di maggio è dovuto a tutta una serie di vicissitudini personali che mi hanno completamente abbattuto e sfinito, tanto che non avevo ancora trovato la forza di mettermi a sedere e fare una buona sessione di lavoro. Prendere decisioni è un attività che va a drenare la stessa riserva di energie da dove solitamente attingiamo per trovare la forza di volontà, per quello certi personaggi di alto livello tendono a limitare al minimo certe decisioni quotidiane Ce un aneddoto sul presidente Barak Obama, cito le sue parole- Vedi, indosso solo vestiti grigi o blu, non voglio prendere decisioni su quello che mangio o indosso perché ho tante altre decisioni da prendere. Parecchi anni fa Amazon trovai una super offerta per comprare uno stock di 40 mutande, tutte uguali, la marca era spettacolare, Pierre Calvini, quindi penso un mix tra Pierre Cardene e Calvin Klein, era bellissimo mi svegliavo, andavo in doccia e poi era facilissimo scegliere le mutande, erano tutte uguali. Fu uno dei periodi più spensierati della mia vita. Anche se mi prendevano per il culo. Tuttavia limitare al massimo certe decisioni quotidiane e renderle meccaniche ha un valore, ti permette di evitare perdite di tempo, e di preservare quell’energia che possiamo usare in modi diversi cosa mi metto oggi? Cosa cucino? Cosa mi vedo su Netflix, io non lo uso tanto ma le volte che ci ho messo mano passavo più tempo a decidere cosa guardare che a guardarlo, mi pare che il fondatore di Facebook si metta sempre lo stesso tipo di maglietta e non passa un quarto d’ora a decidere cosa mettersi. Un’altra strategia di questo capitolo è quella di trovare delle finestre all’interno della giornata dove sapete di essere predisposti alla concentrazione massima, ce chi lo fa appena sveglio, o chi alla fine della giornata o chi nel mezzo, ognuno ha la sua vita ma un’oretta di tempo per voi per i vostro progetti trovatela, e fate in modo che sia protetta dalle distrazioni, concentrarsi al giorno d’oggi è diventato un super potere, non ci si riesce più. Un altro capitolo che mi ha catturato riguarda la scelta delle priorità, e ve lo dice uno che sti ultimi mesi si è trovato completamente infognato, ho detto troppe volte di si e troppe poche di no, ahimè Quanti di noi hanno la sensazione di avere troppa carne al fuoco, una volta un mio caro amico che è un maestro delle grigliate mi diede una grande lezione, disse che ogni bistecca (. Io ne mangio) va cucinata con cura come nella vita, uno strato alla volta e disse, mica puoi metterne troppe, se no che fai cucini una bistecca sopra un’altra bistecca, lo spazio è della griglia è limitato. Eppure noi, io per lo meno, metto le bistecche a cucinare sopra le bistecche, sperando che poi un giorno finalmente avrò lo spazio e la pace per gestire meglio i miei progetti e quello che mi succede, cazzate, non lo faccio mai. Perché mentre cucino una bistecca ne metto un’altra sopra e viene fuori uno schifo. Più procedi nella vita più aumentano gli impegni e le responsabilità e finisci per sacrificare la qualità, le relazioni, quello che importa viene inondato da quello che non importa e non è sostenibile. Una strategia, nel libro usa un acronimo, M.I.T, most important thing, la cosa più importante, ecco trovane un massimo di 3 al giorno cerca di avere chiaro di cosa si tratta e falle il prima possibile, poi il resto della giornata è una discesa. Per esempio se hai un progetto personale inserisci un azione in merito a quello, se hai famiglia sai che devi attenerti a una serie di responsabilità e dedicare del tempo di qualità a moglie marito e figli e famiglia in generale, aiutare mio figlio a fare i compiti, cucinare per mia moglie, scrivere dieci pagine del mio libro, per esempio queste potrebbero essere le tre M.I.T, ognuno ha le sue ma non lasciate che gli eventi decidano il corso della vostra giornata almeno 3 cose importanti per voi, fatele e fatele il prima possibile. Perché sono quelle che contano e determinano la qualità della vostra vita. Come detto ci sono 52 capitoli pieni di argomenti, fonti ed esercizi quindi è pressoché impossibile affrontarli tutti, io si li ho letti e sfogliati per constatare la chiarezza e precisione con la quale vengono esposti e vi invito a farlo Vi lascio un ultimo capitolo che mi è piaciuto tantissimo per la sfaccettatura scientifica e precisa che aveva, e riguarda il respiro, la respirazione, io appena finisco il podcast mi rollo una sigaretta, ma sono consapevole dell’importanza che ha respirare e certe tecniche di respirazione sono potentissime. Respiriamo 25 mila volte al giorno, e quasi ogni respiro è pressoché involontario e meccanico, eppure è una delle poche attività del corpo che possiamo controllare, non puoi controllare il cuore che batte, ma si come respiri. E questo ha un impatto sulla qualità della tua vita. Per esempio sul sonno, sui livelli di energia, sull’umore sullo stress sulle emozioni e anche sulla concentrazione. E bastano pochi minuti al giorno, 5-10 dove potremmo applichiamo esercizi di respirazione mirati al benessere, quasi nessuno lo fa. E la respirazione controllata è più facile che la meditazione per esempio, tu vuoi un momento per te stesso di ripristino e meglio che fai 5 minuti di respirazione piuttosto che di meditazione perché amici tenere a bada i pensieri è molto più complicato che controllare il respiro Prima di vedere un paio di esercizi ce da comprendere alcuni principi basilari, per esempio respirare dal naso e non dalla bocca permette di estrarre molto più ossigeno, un 10%, 20% in più, riscalda l’aria prima che raggiunga i polmoni e e ci espone a meno infezioni Tra l’altro ce pure uno studio fatto coi topi che pare che i topi che respiravano con la bocca e che avevano le narici tappate sviluppavano meno cellule cerebrali e impiegavano il doppio per uscire da un labirinto rispetto quelli che respiravano dal naso, impatta l’intelligenza. Ma basta vedere uno sta sempre con la bocca aperta non da un impressione di sveltezza mentale, rispetto uno che ce l’ha chiusa. Devo smettere di fumare cazzo Un altro principio è Rallentare il respiro, tenete a mente questi numeri, idealmente dovremmo inspirare 5,5 secondi e espirare 5,5 secondi, la respirazione ottimale secondo alcuni studi che cita il libro dovrebbe essere di 6 respiri al minuto se fai cosi, i conti tornano Quindi respirare dal naso e respirare più piano, se magari non vuoi metterti a fare esercizi pratici 5 minuti al giorno per lo meno applica queste due regole, facciamone uno che ho trovato piacevole, è si perché li ho provati tutti E ce ne una che uso spesso soprattuto prima di fare qualcosa che mi fa paura, io per esempio mi caco sotto a parlare in pubblico, non è che mi entusiasmi sono un tipo schivo faccio un podcast non dei video, sto più a mio agio dietro le quinte, fatto sta che capita e sta capitando troppo spesso, uso una tecnica che anche il libro mostra si chiama sospiro fisiologico e serve a ridurre lo stress, e migliorare l’umore me la insegnò un amico argentino, non ve posso dire per cosa la usava lui, è semplice si applica in questo modo, ti siedi, ti rilassi un attimo e poi inspiri due volte velocemente e butti l’aria fuori molto lentamente, fallo 10 volte, fallo bene, con me ha degli effetti pressoché immediati. Vi ho raccontato 3 capitoli di 52 che ne ha il libro, ognuno di questi capitoli ha una parte pratica e trovo di grande valore lo sforzo di Luca Sadurny nel comporre questo testo, ognuno di noi ha due versioni, chi siamo oggi, che dipende da dove siamo nati, dall’ambiente, dai genitori la scuola gli amici i parenti il lavoro i colleghi, tutta quella serie di credenze di idee che ci siamo messi in testa su chi siamo, ma poi abbiamo un altra versione, che è chi potremmo essere, chi potremmo diventare, e li amici miei tanto dipende da cosa fate, dipende da voi, dallo sforzo, dal sudore, dal sangue, dalla voglia, dalla grinta, e dal fatto di credere di poter diventare migliori, di poter crescere e quello è un percorso lungo, impervio estremamente doloroso, ma la buona notizia è che dipende da voi, Grazie
EPISODIO 88- HOW WILL YOU MEASURE YOUR LIFE - CLAYTON CHRISTENSEN SITO: www.libriperilsuccesso.com [http://www.libriperilsuccesso.com] COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/ [https://libriperilsuccesso.com/migliora/] Trascrizione ( molto approssimativa) del podcast Come fai a sapere se stai andando bene, se stai andando male, o se stai andando a fanculo? Che domande ti fai per capirlo? Se tu potessi fare una previsione di come andrà la tua vita nei prossimi 6 mesi prova a pensare a questo, se vivi i prossimi 6 mesi come gli ultimi 30 giorni, come sarebbe la tua vita? Una proiezione la puoi fare misurare il successo e il profitto in un azienda è qualcosa di molto studiato, ci sono modelli, teorie, indicatori precisi, ma come si misura la vita di una persona? Uno degli esperti in questo campo è l’autore del libro di oggi, Clayton Christensen, questo è un genio, ha inventato il concetto di disruptive innovation, un azienda, un prodotto, un servizio, che entra in gioco e distrugge completamente il mercato e quello che tutti pensavano fosse impossibile, succede, ricordate Blockbuster, entra in gioco netflix, disruptive innovation. Blookbuster va a farsi fottere, questo vuol dire. Questo è libri per il successo, crescita personale da strada, un podcast di Davide Mastrosimone e siamo all’appuntamento 88, il secondo di Aprile. Il titolo del libro dal quale prendiamo spunto è How Will you Mesure your life? Che è appunto la domanda che ci facciamo nel podcast di oggi, come misuri la tua vita? Piccola parentesi, iscrivetevi alla newsletter del sito, che questo mese di maggio sto lavorando per modificarlo, il libro che ho scritto uscirà preso, tra circa un mese, ma nelle prossime settimane vi manderò delle informazioni sulle prime date delle presentazioni, su quando farò un piccolo evento online per salutarvi e raccontavi un pò del libro, l’evento sarò gratuito come lo saranno le presentazioni del libro, la prima è a Bologna la seconda a Milano, ma per date e luoghi mi serve ancora un po di tempo e ve lo comunicherò attraverso la newsletter che inizierò a curare personalmente dal mese di maggio, quindi iscrivetevi perché ci saranno delle una sorpresine per voi. Clayton Christensen ha utilizzato le teorie che applica alle aziende e la loro analisi alla vita delle persone per aiutarci ad avere delle linee guida per vivere una vita alla ricerca della felicità e della gratificazione personale. Secondo l’autore la vita va misurate all’interno di due categorie, trovare la attraverso la carriera e attraverso le relazioni. I messaggi di questo podcast sono pochi ma estremamente preziosi, semplici da capire difficili da mettere in pratica. Iniziamo dalla carriera. Se chiedi a un bambino cosa vuole fare da grande ti dirà l’astronauta, lo sportivo il cantante e via dicendo, ecco alcuni, pochissimi si mettono questa immagine in testa fin da piccoli e la rincorrono per tutta la vita, ma la maggior parte di noi, e mi ci includo ovviamente, studia qualcosa, sceglie un lavoro e non sa ne perché ha studiato quello che ha studiato ne come è finito a fare quello che fa. Poi a un certo punto si adagia, si mette comodo e passano 20 anni, perché è molto più facile adeguarsi al livello degli standard piuttosto che elevarsi al livello degli obiettivi che uno si pone. Inizia a pensare che è impossibile vivere di ciò che si ama, o amare ciò che si fa. La maggior parte di noi non sa cosa ama, ne cosa vuole fare. Diventa tutto molto apatico. La carriera, il lavoro è una parte enorme della nostra vita, pressoché dai 20/25 anni ai 65-70, e trovare una soddisfazione personale in quello che si fa è critico per la nostra serenità, pace, felicità. Sapete la professione ci permette di avere una gratificazione immediata, una dose di dopamina che poi andiamo a ricercare costantemente, immaginati una promozione, una vendita, una riunione andata bene, una mail di riconoscimento, sono tutte scosse che ci piacciono, nel lavoro questo accade in maniera misurabile, e spesso frequente per questa ragione molti si identificano e si buttano nella carriera, per ricercare questa dose di gratificazione pressoché immediata e ne cercano sempre di più, ne vogliono sempre di più, come una droga. Quindi diventa una rincorsa infinita, dici a te stesso quando arrivo a questo punto sarò felice, ma poi non lo sei, ne vuoi ancora. Ne vuoi di più, e non sei mai felice. Quasi tutti si fanno le domande sbagliata all’ora di scegliere un lavoro, usano dei criteri limitati, due per l’esattezza, denaro e posizione sociale, se mi danno 40k me ne vado…se non mi alzano 5k in più lo stipendio abbandono e cerco altro…se non mi fanno managing director mando tutti a fanculo, ce addirittura un termine bellissimo in spagnolo per descrivere questo atteggiamento, la titulitis, parola che descrive l’ossessione verso i titoli, i ruoli, e queste aspirazioni portano secondo gli studi dell’autore a non trovare mai un limite un appiglio finale e dire sono soddisfatto, perché molti degli obiettivi economici o dei titoli che una volta crediamo che ci avrebbero reso felici sono oggi il passato o vecchi obiettivi ai quali manco pensiamo più perché siamo troppo indaffarati al prossimo step salariale o al prossimo titolo, ebbene i soldi sono importanti, eccome, vivere dignitosamente è un diritto che tutti dovremmo andarci a prendere, ma se vuoi sentire una gratificazione piena e quella voglia di andare a svolgere il tuo lavoro con passione, è necessario farti domande diverse, misurare la tua carriera professionale con dei criteri differenti, per esempio, questo lavoro ha un senso, un significato per me, mi permette di imparare, di migliorare, di crescere, mi darà la possibilità di avere delle responsabilità, mi permette di aiutare chi mi sta affianco, di migliorarlo. E qui sta il primo messaggio, lo stipendio e il ruolo, sono fattori che ti portano a mantere un lavoro, a non lasciarlo, ma non sono fattori che te lo fanno piacere, che ti portano ad essere felice, se guadagni tanto e hai uno status finisci per tenerti il lavoro che hai nonostante lo stress, i sacrifici, la stanchezza, l’irritazione e tutto il tempo extra che ci metti togliendolo ai tuoi cari, alla tua famiglia ma soprattutto a te stesso. Il lavoro in questo caso diventa una prigione dorata, ma è sempre una prigione. Quindi, scegli un lavoro non solamente con le metriche dello stipendio e del ruolo, se vuoi soddisfazione scegline uno che ti dia responsabilità e ti migliori. Nelle relazioni è più complessa la situazione, la gratificazione è più lenta e spesso impercettibile. Capisci che hai una relazione sentimentale che funziona quando stai male e quando affronti delle sfide difficilissime e affianco hai una persona che è li, per ascoltarti per aiutarti, per darti un rifugio, ma potrebbero volerci 10 anni per capirlo. Poi ti fermi guardi la tua compagna o compagno e dici, quante ne abbiamo passate e superate insieme, capisci chi è un amico vero solo quando sei nella merda e dopo 15 anni di relazioni con decine di persone è solo uno a chiamarti e dirti, come posso aiutarti, comprendi il lavoro che hai fatto con un figlio magari solo quando ha 25 anni, solo allora hai una gratificazione e un senso di soddisfazione, ma è pressoché impossibile nelle relazioni interpersonali avere la stessa immediatezza, la stessa sensazione di gratificazione istantanea che si può avere nel lavoro, per tanto molte persone si buttano sulla carriera, tralasciando quello che realmente importa, se pensi alla tua vita ai tuoi prossimi 30 anni, sono le relazioni che danno il valore più profondo e più trascendentale alla tua esistenza, non il lavoro. Pensate tra l’altro che un lavoro, una carriera ci tiene sempre su di giri, una sfida dopo l’altra un ostacolo dopo l’altro, mentre si da per scontato una relazione, ma si tanto mia moglie, mio marito, mio fratello ce sempre, e non lavoriamo per alimentarle, e qui viene un punto importante, le relazioni vanno coltivate, necessitano della nostra attenzione, costante. Perché chi vi ama, non vi chiede niente, non chiede il vostro tempo, non chiede che vi ricordiate i compleanni e gli anniversari, non chiede di essere ascoltato, e finiamo per non dare a queste persone care quello che si meritano, il fatto che non lo chiedano non vuol dire che non abbiano bisogno. Alimentate, coltivate, nutrite le vostre relazioni e non datele per scontate. Paradossalmente le vostre relazioni personali hanno bisogno di un attenzione costante anche se non sembra essere così. E vi do una brutta notizia, abbiamo la tendenza a pensare che il tempo con la famiglia sia infinito, che possiamo rimandare e rimandare tutte le volte che vogliamo appuntamenti importanti ma non è cosi. Dici a te stesso, dai finisco questo progetto poi organizzo qualcosa in famiglia, questo week end devo lavorare, o sono troppo stanco per andare cena fuori anche se lo avevamo organizzato, e cosi via, dai settimana prossima, mese prossimo, e poi passano gli anni e non fai più un cazzo Fai quello che serve per dare il tuo tempo, la tua attenzione e la tua presenza alle persone care, perché quel giorno che dici che lo farai, non arriva, fallo adesso. Non si vive di intenzioni, ma di azione, non basta la buona volontà e la voglia di fare qualcosa serve farla per davvero. Le case si costruiscono con l’azione, puoi portare il cemento, il Carton gesso, i cavi i tubi tutto quello che serve lo porti al cantiere, ma se non ti metti a costruire la casa non viene fuori. Cè una famosa frase cinese che dice. Sapere e non fare, in realtà è come non sapere Tutti sappiamo cosa è importante fare, lo sappiamo, ma non lo vogliamo fare, Tu sai che fumare fa male ma se non smetti è come se non lo sapessi, non vuoi smettere, sai che andare in palestra serve, ma se non la fai e come se non lo sapessi, non vuoi andare. Quello che serve per cambiare lo sai, quindi fallo. È più importante una giornata al parco con la tua famiglia o una promozione? è più importante ricordarti il compleanno di tua moglie o l’anniversario o chiudere una vendita, è più importante un ora con vostro figlio a fare i compiti a casa o proporre un progetto ai tuoi capi? Vogliamo tutto certamente, ma serve calibrare le priorità. Serve presenza, non stare con tuo figlio se hai in testa la mail che devi mandare lunedì mattina, non stare a cena con tuo marito o tua moglie se pensi alla presentazione che devi fare al cliente. Ma vaffanculo al cliente, presenza, stai con la testa, con i pensieri, con la mente, nello stesso posto dove sta il corpo, quella è la presenza. Coltiva le tue relazioni ogni giorno, chiedi a tua moglie, a tuo marito, ai tuoi figli, che cosa si aspettano da te, quali sono le tue mansioni in famiglia, ce l hai chiaro? Se così non fosse chiariscilo subito. Nel libro lo chiama Jobs to be done, i lavori da fare, qual’è il tuo lavoro nelle relazioni, che mansioni hai, quali sono i tuoi target i tuoi obiettivi, anche nella vita familiare puoi impostare una serie di attività e obiettivi come lo faresti nel lavoro, perché quello è il lavoro più complicato ma più gratificante che hai tra le mani. Chiedi a tua moglie cosa ti aspetti da me? O a tuo marito. L’autore del libro espone 4 principali mansioni i una relazione Primo- spendere parole di conforto, approvazione, di supporto, se il tuo partner deve fare qualcosa di importante digli oggi sarai stupendo, lo farai benissimo, supporta la tua famiglia con frasi e affermazioni, dillo a tua moglie che è bellissima quando torna dal parrucchiere, di a tuo marito che braccio quando torna dalla palestra, e caricatevi un pò l’uno con l’altro, perché se no chi lo fa Secondo- collabora, è bello preparare una cena quando il tuo partner torna tardi dal lavoro, fai le faccende domestiche, dividetele collaborate Terzo- fai regali, ricordati anniversari, compleanni, momenti speciali, servono, un week end di relax, organizza una vacanza, una cena speciale in un posto speciale, porta dei fiori, chiama, scrivi, fallo sempre Quarto- tempo di qualità, presenza, se quell’ora è per tuo figlio, non ce cliente capo mail che tenga, quell’ora del sabato è per tuo figlio, quella cena romantica del venerdì si fa, e si spegne il telefono, quella domenica al mese che passi con i tuoi genitori il telefono lo lasci a casa Quinto- contatto fisico, abbraccia, bacia tocca, tocca chi ami, fai un massaggio è fondamentale Per misurare la tua vita fai questo esercizio prendi una giornata di 24 ore e la smonti in blocchi, dormo 8 ore, delle 16 che rimangono ne passo 10 per il lavoro, 8 in ufficio 2 per andarci, delle 6 che mancano 2 faccio affari di casa, spesa sistemo lavatrici che ne so, un paio d’ore per la cena etcc etcc, spezza la giornata, analizzala, la tua vita non è quello che dici ma è rappresentata da come utilizzi il tuo tempo, come utilizzi il tuo tempo ti da tutte le risposte di come sarà la tua vita tra sei mesi, per tanto comincia ad architettare e disegnare un programma della tua vita dove sono presenti alcuni momenti cruciali con te stesso e con la tua famiglia, dove esiste una barriera protettiva del tuo tempo per dedicarlo a ciò che per te è importante, e ti permette di migliorare di crescere e di far si che i tuoi cari abbiano la tua presenza massima, perché alla fine è quello che importa di più, con chi condividi il tuo viaggio, non dove vai, ne il viaggio stesso. Vorrei per tanto consigliarvi questa analisi, prendente un quaderno, scrivete inizialmente quello che fate per poi andare a ragionare su come ricostruirlo, e mantenete questo accordo con voi stessi per un tempo lungo, 6 mesi un anno li noterete i cambi, i miglioramenti, rispetto a quello che avete oggi Non lasciate che la vostra esistenza sia dettata dal caso, ci sono tantissimi aspetti che potete controllare, e misurare, se non misuri la tua vita secondo i tuoi principi secondo la tua integrità allora non puoi chiamarla tua, perché non lo è E una volta che prendi questo accordo, applica una regola bellissima del libro che dice è più facile essere integro al 100% che al 98%, una volta che hai deciso i tuoi principi come distribuisci il tuo tempo, non scendere a patti Rispetta al 100% il tuo disegno di vita. Alla fine le metriche più importanti della tua vita, sono gli anni che passi col tuo partner, i valori che trasmetti ai tuoi figli, gli amici che vengono in tuo soccorso quando ne hai bisogno, il lavoro è importante, la carriera pure, ma niente può prendere il posto di quello che sono le relazioni personali, e spesso, troppo spesso, ce ne dimentichiamo Grazie
Saatavilla kaikkialla
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